
L’Italia saluta una delle sue figure più rappresentative nel campo dell’industria e dell’innovazione tecnologica. La sua scomparsa segna un momento di profondo cordoglio nel settore, lasciando un’eredità di competenza e visione che ha contribuito allo sviluppo internazionale del comparto elettronico nazionale.

Addio al manager visionario
L’Italia perde un ingegnere visionario e abile manager che ha saputo vedere lontano e immaginare un futuro industriale diverso per il Paese. Nato in Sicilia, è ricordato come il «papà dell’Etna Valley», il distretto tecnologico che ha dato respiro e ambizione internazionale al Sud. La sua intuizione e la sua guida furono decisive nella trasformazione della SGS-Thomson in STMicroelectronics, oggi tra i leader globali dei semiconduttori.
La sua eredità non è soltanto tecnologica, ma culturale: ha dimostrato che talento e innovazione possono crescere anche in Italia e competere con i grandi centri mondiali. La sua vita, la sua formazione e la sua carriera segnata dai successi sono importanti da raccontare.

La carriera: dagli esordi all’affermazione internazionale
Nato ad Agira nel 1936, si è laureato in Ingegneria elettrotecnica presso il Politecnico di Torino nel 1963. La sua carriera iniziò in Motorola, dove si distinse rapidamente, passando da venditore di transistori in Piemonte a direttore generale della International Semiconductor Division nel 1978, ruolo che lo portò a gestire le attività al di fuori degli Stati Uniti.
Nel 1980, tornò in Italia per assumere la guida di Sgs, unica realtà nazionale nel settore della microelettronica. Fu protagonista della storica fusione tra Sgs e la francese Thomson nel 1987, che diede vita a STMicroelectronics. Sotto la sua direzione, l’azienda si affermò tra i leader mondiali del settore, grazie a una strategia orientata alla diversificazione e alle partnership globali.
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