
Mancano solo 22 giorni alla finale di Champions League tra Psg e Inter a Monaco di Baviera: due squadre molto diverse si preparano alla battaglia. Se l’Inter ha impressionato per la sua esperienza e capacità tattica, il Psg ha entusiasmato con freschezza e talento. Per capire meglio come potrebbero svilupparsi i duelli in campo, Fabio Capello ha analizzato reparto per reparto le formazioni, proponendo la sua ideale “top 11” per l’imminente grande sfida.
#Vieira fa il suo pronostico: “Da piccolo tifavo il #PSG ma l’#Inter merita la Champions” https://t.co/dZflXnFZ7K
— DIRETTACALCIOMERCATO (@DIRETTADCM) May 9, 2025
Il confronto tra i due portieri è tra le chiavi di lettura più intriganti di questa finale. Donnarumma, con la sua reattività e potenza, è senza dubbio uno dei migliori del mondo. Ha qualche piccola carenza nelle uscite alte, ma ha dimostrato di essere decisivo e le sue parate sono state fondamentali nel cammino del Psg verso la finale.
Dall’altra parte, Sommer è un eccellente portiere, con riflessi da top player e un gioco con i piedi che gli consente di partecipare attivamente alla manovra della sua squadra. Capello però sottolinea come il peso delle parate decisive di Donnarumma, soprattutto nei rigori contro il Liverpool e poi contro l’Arsenal, sia stato determinante nel percorso europeo del Psg.

Nel reparto difensivo, il primo grande duello riguarda le due ali destra: Dumfries contro Hakimi. Mentre l’olandese si distingue per la sua potenza fisica e la capacità di essere un vero e proprio uragano quando spinge, Hakimi, più tecnico e veloce, è abile a destreggiarsi con la palla e a calciare dall distanza. Entrambi sono in ottima forma e la loro sfida sarà uno degli spunti più emozionanti della finale.
Per quanto riguarda i difensori centrali, Acerbi e Marquinhos si sfidano a distanza. Acerbi, con la sua grande esperienza e capacità nei duelli aerei, è fondamentale per la difesa dell’Inter, mentre Marquinhos, con la sua leadership e qualità, è imprescindibile per il Psg, come testimoniano le sue prestazioni decisive nei momenti di difficoltà. Il contrasto tra esperienza e gioventù è uno degli aspetti più affascinanti di questa sfida.
A fare da “colonna” alle difese ci saranno anche Pavard e Pacho. Il francese, vincitore della Champions con il Bayern, è un difensore dal grande curriculum, mentre Pacho, giovane e promettente, ha saputo ritagliarsi un ruolo da protagonista nel Psg, imponendosi in una difesa solida e affiatata.
Infine, il confronto tra Bastoni e Mendes è intrigante per la diversità di ruoli. Mendes è un classico esterno sinistro che spinge molto in attacco ma presenta qualche lacuna difensiva. Bastoni, invece, gioca come difensore centrale e ha acquisito una grande maturità difensiva, dimostrando anche ottime capacità nella costruzione del gioco.
A centrocampo, la sfida tra Barella e Neves è una delle più interessanti. Capello sottolinea come Barella, già maturo e determinante, stia crescendo costantemente, e come la sua resistenza fisica e il dinamismo possano fare la differenza nella finale. Neves, con il suo talento e la sua visione di gioco, ha mostrato di poter diventare uno dei centrocampisti più completi nel panorama europeo.
Calhanoglu e Vitinha, i registi di Inter e Psg, si sfidano in un confronto che promette grande spettacolo. Entrambi sono capaci di dettare i ritmi di gioco e sono in grado di influenzare la partita con la loro visione e tecnica. Calhanoglu, però, ha qualcosa in più quando si tratta di tiri da fuori e calci di rigore, mentre Vitinha è prezioso per il lavoro di recupero e per il suo dinamismo.

Mkhitaryan e Fabian Ruiz si sfidano invece in una zona nevralgica che unisce il posizionamento difensivo e la creazione di azioni d’attacco. Mkhitaryan, pur avendo 36 anni, ha mostrato di essere ancora uno dei più in forma, con grande abilità nella gestione degli spazi e nel movimento. Fabian Ruiz, dal canto suo, è diventato una pedina fondamentale per il Psg, capace di inserirsi con grande efficacia nella manovra.
Infine, il confronto sugli esterni d’attacco e sugli attaccanti è fra i più intriganti. Dimarco, con la sua capacità di servire assist precisi e pericolosi, si scontrerà con Kvaratskhelia, la cui fantasia e velocità hanno già incantato i tifosi del Napoli e non solo. Entrambi sono giocatori in grado di accendere la partita in qualsiasi momento, con la differenza che Kvaratskhelia è un geniale attaccante, mentre Dimarco è più solido nella fase difensiva.
Thuram e Douè: qui si parla di una prima punta e di un esterno offensivo. Marcus è un combattente e la sua forza sono i continui movimenti. In più si completa perfettamente con Lautaro, e questa sinergia causa problemi ai difensori avversari. Nella finale di due anni fa con il City Marcus non c’era, e può rappresentare un’arma decisiva. Doué invece è rapido, dribbla e lotta: un altro cliente scomodo sule fasce per l’Inter.
Lautaro, dal canto suo, è l’uomo d’area, il bomber capace di incidere in ogni momento della partita. Dembélé, più fantasioso e imprevedibile, sarà sicuramente un altro elemento da tenere d’occhio, in grado di tirare fuori il colpo decisivo in ogni istante. Lautaro è superiore per la leadership, Dembélé ha dalla sua parte l’estro, che potrebbe rivelarsi determinante.
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