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Inter a due facce: dal dominio a quei 20 minuti di paura che preoccupano Inzaghi

Inter, prima il dominio, poi venti minuti da brividi che hanno fatto tremare i tifosi nerazzurri. Quella che poteva essere una vittoria comoda, un’altra prova di forza in vista di un finale di stagione da brivido, si è trasformata in un problema, con l’Inter che ha rischiato di vanificare tutto. Un blackout improvviso, il timore di non portare a casa i tre punti, sostituzioni che non hanno avuto l’effetto sperato, e una tensione palpabile che ha segnato il finale di Inter-Udinese.

Fino al 70′, l’Inter sembrava padrona assoluta della partita, con un vantaggio consolidato e una prestazione praticamente perfetta. La squadra di Simone Inzaghi stava disputando una gara eccellente, non solo per la qualità del gioco, ma anche per l’approccio mentale, solido e concentrato. Eppure, non appena l’Udinese ha accorciato le distanze con il gol di Solet, qualcosa si è rotto. Un lampo inaspettato, che ha scosso i nervi dei giocatori nerazzurri.

Il calo di tensione è stato improvviso: l’Inter ha rischiato di subire il gol del pareggio e, per un attimo, si è temuto il peggio. Nonostante un avversario che, pur combattivo, non aveva creato particolari difficoltà fino a quel momento, il calo psicologico è stato fatale. La paura di vedere sfumare una vittoria ormai quasi certa ha pervaso la squadra, mettendo in evidenza un’inattesa fragilità.

Inzaghi, consapevole del calendario infernale che attende la sua squadra tra Serie A, Coppa Italia e Champions League, ha deciso di operare alcune sostituzioni per dare un po’ di freschezza alla squadra. Ma l’innesto di forze fresche non ha avuto l’effetto sperato. Correa, subentrato ad Arnautovic, non è riuscito a gestire il pallone e, anzi, ha commesso errori gravi, come sul gol dell’Udinese.

Anche Bisseck non ha dato il contributo atteso dal tecnico, mentre Barella ha dovuto sacrificarsi, ricevendo anche un’ammonizione pesante che gli costerà la sfida di Parma. L’ingresso di Asllani, poi, ha replicato un problema che pare ormai evidente. Quando il giovane albanese entra al posto di Calhanoglu, la squadra perde compattezza soprattutto in fase di filtro difensivo. (continua dopo la foto)

Yann Sommer fra i pali

Ma, la prima causa del calo nervoso è stata la pressione psicologica che ha coinvolto anche il tecnico. Inzaghi è apparso visibilmente teso, e la sua frustrazione ha avuto conseguenze fatali. Le proteste plateali, che gli sono costate il cartellino rosso, hanno dimostrato quanto il mister fosse spaventato per la situazione, proprio come i suoi giocatori.

La sensazione era che Inzaghi non riuscisse a infondere serenità nei suoi, incapaci di ritrovare il controllo di una partita che sembrava già vinta. Nonostante i 20 minuti da incubo, non si può certo cancellare la prestazione assolutamente positiva dell’Inter fino al 70′. La squadra ha giocato bene, ha dominato l’Udinese e, soprattutto, ha portato a casa i tre punti.

Ma, da martedì in poi, quando in Coppa Italia l’Inter affronterà il Milan e la Champions League entrerà nel vivo con la sfida prestigiosa contro il Bayern Monaco, questi blackout non saranno più ammessi. La squadra nerazzurra ha bisogno di una concentrazione totale, perché ogni errore potrebbe costare caro.

Inter, la necessità di gestire un finale di stagione da brividi

Il finale di stagione sarà durissimo. Il calendario terribile dei nerazzurri impone il massimo impegno, e Inzaghi dovrà lavorare sulla gestione delle emozioni, sul mantenere alta la concentrazione per tutto il match. Con un finale di stagione così ricco di impegni e di sfide decisive, i venti minuti di blackout contro l’Udinese devono essere un monito per tutti, a partire dal tecnico e dai giocatori.

Ora ogni scelta diventerà decisiva non solo per le singole partite, ma anche e soprattutto per la gestione di giocatori che sono stati spremuti sino a oggi e che sono attesi da un tour de force che farebbe tremare i polsi anche a squadre con rose più ampie di quella dell’Inter, oltretutto falcidiata da diversi infortuni. Inzaghi dovrà essere bravissimo a gestire le forze dei suoi.

L’Inter è grande, ma deve sempre mantenere il controllo, ogni minuto, ogni secondo, perché il suo è un calcio dominante, mentre quando si trova a dover gestire deve poter contare sulla presenza dei suoi interpreti migliori. I nerazzurri sino a qui hanno disputato una stagione eccezionale, ma ora inizia il periodo più difficile.

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