
L’Inter è viva. È solida. Ed è consapevole della propria forza. La vittoria per 2-1 sul campo del Bayern, storicamente proibitivo per le squadre italiane, è più di un passo verso le semifinali di Champions League. È una dichiarazione di identità, un segnale a tutta Europa: questa squadra non ha più paura di nulla.
Frattesi a Inter TV: "Guardare la partita è più stressante del giocare"
— Calciostyle (@calciostyle4) April 9, 2025
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Sono passati tredici anni dall’ultima volta in cui un’italiana espugnava l’Allianz Arena: era ancora l’Inter, quella di Leonardo, e allora si parlava di ottavi. Oggi la posta è ancora più alta, ma la sensazione che resta è simile: quando i nerazzurri giocano da grande squadra, possono battere chiunque.
Simone Inzaghi ha preparato la sfida con lucidità e coraggio. L’Inter ha sofferto, com’era inevitabile, sotto le ondate offensive del Bayern. Ma non ha mai sbandato davvero, nemmeno quando la pressione si faceva asfissiante. Ha stretto i denti, ha abbassato il baricentro, ha lottato con ordine. E soprattutto, non ha mai smesso di cercare il gioco.

Dopo l’1-1 bavarese, molti avrebbero pensato al crollo. Invece no. La squadra ha tenuto la testa alta, ha aspettato il momento giusto e ha colpito con precisione chirurgica. La rete del 2-1 nel finale è un inno al cinismo delle grandi europee, quelle che non brillano per estetica ma sanno colpire quando conta.
Lautaro Martinez è stato sontuoso: decisivo, ancora una volta. È lui il leader emotivo e tecnico di questa squadra, l’uomo in più in ogni notte di Champions. Ma sarebbe ingeneroso non citare la prova collettiva: da Pavard a Bastoni, da Sommer a Barella, tutti hanno offerto una prestazione da squadra vera.
Ma attenzione: l’impresa è solo a metà. Il ritorno a San Siro, mercoledì prossimo, sarà un Everest emotivo e fisico. Il Bayern verrà per ribaltarla, consapevole di aver sprecato tanto all’andata. E l’Inter dovrà fare una cosa difficilissima: dosare le energie senza perdere mordente.

Il campionato offre il Cagliari come ostacolo intermedio. Inzaghi dovrà decidere se ruotare gli uomini o insistere ancora con i titolarissimi, ben sapendo che i ritmi alti stanno lasciando il segno. Alcuni giocatori sembrano accusare la fatica, e gestire questi 180 minuti sarà un esercizio di equilibrio e di nervi saldi.
A San Siro mercoledì prossimo si attendono 75.000 tifosi pronti a spingere l’Inter verso una semifinale già raggiunta due stagioni fa, quando i nerazzurri dominarono il Milan e approdarono alla sfortunata finale con il City di Guardiola. La spinta emotiva sarà fondamentale, ma lo sarà anche il sangue freddo: guai a pensare che sia già fatta.
C’è infine un dato che fa sognare i tifosi, e che gli scaramantici leggeranno sottovoce: l’Inter ha inanellato cinque vittorie consecutive in Champions League, come non accadeva dalla stagione 2009/10. Esatto, quella del Triplete. Allora furono sei, da Rubin Kazan a Barcellona. Ora sono cinque. Corsi e ricorsi? Suggestioni, forse. Ma anche i sogni hanno bisogno dei loro numeri.
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