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Giulia Cecchettin, il dramma dei genitori di Filippo

L’omicidio di Giulia Cecchettin è una tragedia non solo per chi ha perduto una figlia, ma anche per la famiglia di chi quella vita l’ha spezzata. Nicola Turetta ed Elisabetta Martini, vedranno con molta probabilità il figlio Filippo passare il resto della sua vita in carcere. Il ragazzo, infatti, è stato fermato in Germania e fra 48ore molto probabilmente sarà già in Italia per affrontare un processo e fare chiarezza su cosa sia successo. Una vita spezzata e due famiglie distrutte. Due dolori differenti che però tolgono allo stesso modo il respiro. (Continua a leggere dopo la foto)

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Giulia Cecchettin, il dramma dei genitori di Filippo

Nicola ed Elisabetta, due vite di lavoro e sacrificio. Lui vende lavora come cuoco in una struttura per anziani. Mentre la moglie diventa casalinga a tempo pieno. Come riportata il Gazzettino: “La famiglia conduceva una vita modesta. La cessione del ristorante ha portato una somma considerevole nelle casse dei genitori di Filippo. Ma non sappiamo quanto. Riescono a iscrivere il figlio all’Università di Padova, le cui tasse ammontano a circa 3000 euro all’anno (come riportato sul sito), e crescono anche un altro figlio. Come tutte le famiglie, però, prevalgono i sacrifici”. Una famiglia che cerca di restare unita davanti alla doppia tragedia che si è consumata. E che non perde la dignità. Ieri anche i genitori di Filippo hanno partecipato alla fiaccolata silenziosa in ricordo di Giulia a Vigonovo. In fondo, per non disturbare, Nicola ha avuto la forza di parlare: “Sono sollevato che Filippo stia tornando a casa. Andrò a prenderlo… ma povero Gino è rimasto senza sua figlia. Sono due sofferenze completamente diverse. Quando lo rivedrò, gli chiederò il motivo di questa terribile tragedia, perché ha compiuto questo gesto nei confronti di Giulia. Poi quando avrò il coraggio andrò a trovare il papà di Giulia”. (Continua a leggere dopo la foto)

Le indagini sul caso

L’arma del delitto è da rintracciare in un coltello. Un fendente, spezzato e senza macchie di sangue, è stato ritrovato nell’area industriale di Fossò, nel Veneziano, dove la telecamera di sorveglianza di un’azienda ha ripreso Filippo aggredire Giulia. Ora spetterà alle Forze dell’Ordine stabilire se l’oggetto ritrovato sia stato usato per uccidere la giovane. Anche il ritrovamento del cadavere di Giulia sotto il piano della strada, infilato sotto un grande masso in una sorta di grotta proprio per nasconderlo a chi passava per caso e coperto da sacchi neri è un altro elemento importante. Inoltre, da una prima ispezione cadaverica, non c’erano ferite da trascinamento, quindi è possibile che il corpo senza vita della vittima sia stato portato lì a spalla. Da chiarire è dunque anche il luogo dove Giulia è stata uccisa.

Lo scotch ritrovato sulla scena dell’aggressione a Fossò potrebbero costituire un altro elemento per la premeditazione, così come i soldi che Turetta aveva in tasca e che gli hanno consentito la fuga, passando il con fine con l’Austria e arrivando fino in Germania. Sarà poi l’interrogatorio di Turetta a chirire le dinamiche di quanto accaduto. Per poterlo interrogare bisognerà aspettare il suo ritorno in Italia. Il sì all’estradizione da parte delle autorità tedesche arriverà forse entro le 48 ore auspicate e preannunciate dal ministro degli esteri, Antonio Tajani.