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Garlasco, i colpi di scena non sono finiti: cos’hanno trovato

Ipotesi di errore durante l’autopsia

Negli ultimi mesi è emersa una nuova ipotesi: la contaminazione potrebbe essere avvenuta durante l’autopsia. La perizia del 2014 suggeriva che il DNA derivasse dal contatto con oggetti presenti nella villetta di Chiara. Ma oggi si valuta che la forbice usata per tagliare la garza del tampone orale sia stata riutilizzata per recidere le unghie, trasferendo così materiale genetico estraneo.

La scoperta del “DNA ignoto 3”

La recente analisi della garza ha portato a un dettaglio rilevante: sono state trovate tracce appartenenti al cosiddetto “ignoto 3”, già identificato come il DNA di un altro cadavere esaminato nella stessa sala autoptica, poco prima di quello di Chiara. Gli esperti parlano di “contaminazione da autopsia”, ipotizzando che lo stesso materiale possa essere finito anche sulle unghie della vittima.

Chiara Poggi Unghie

Procedimento sospeso e mistero irrisolto

Al momento non ci sono più campioni ungueali disponibili per nuove analisi. L’unica speranza è legata alle conclusioni dei periti incaricati, che dovranno stabilire se la contaminazione sia sufficiente a escludere definitivamente la prova genetica o se possa ancora avere un peso. Intanto, il mistero sulla morte di Chiara Poggi resta irrisolto e la comunità di Garlasco continua a convivere con un caso che a distanza di anni non ha ancora trovato piena chiarezza.

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