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Garlasco, parole choc su Lovati: Milo Infante furioso

Garlasco Lovati Infante

“Lovati è…”. Garlasco, shock sull’avvocato: fuori cose gravissime. Milo Infante furioso – La più recente puntata di Ore 14 Sera, andata in onda il 30 ottobre 2025 e condotta da Milo Infante su Rai2, ha riportato sotto i riflettori il delitto di Garlasco, una delle inchieste giudiziarie più intricate e discusse della cronaca nera italiana. Al centro dell’attenzione si trova Giuseppe Sempio, padre di Andrea Sempio, ufficialmente indagato con l’accusa di aver corrotto l’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, per ottenere l’archiviazione dell’indagine sul figlio nel 2017. Un’accusa pesante che riapre interrogativi e ombre su un caso che continua a far discutere a distanza di quasi vent’anni.

Ritratto di Massimo Lovati, uno degli avvocati coinvolti nel caso Garlasco

Registrazioni inedite e tensioni in studio: il ruolo degli avvocati nel caso Garlasco

La trasmissione si è animata quando è stata diffusa una registrazione informale che coinvolge l’avvocato Federico Soldani, difensore di Sempio all’epoca dei fatti, in una conversazione con un interlocutore non identificato. Durante il dialogo vengono menzionati in termini forti i legali Massimo Lovati e Luciano Garofano, già noti nel contesto processuale del delitto di Garlasco. Il giornalista Luca Fazzo ha spiegato di aver appreso da una fonte i motivi che hanno portato all’iscrizione di Giuseppe Sempio nel registro degli indagati: “È colui che scrive il biglietto e gestisce il traffico di soldi. L’alternativa sarebbe stata indagare tutti”.

Milo Infante, conduttore di Ore 14 Sera, durante la discussione in studio

Discussione sulla parcella e sulle modalità di pagamento

Il confronto tra gli ospiti si è acceso soprattutto sulla gestione dei presunti pagamenti agli avvocati. L’avvocato Antonio De Rensis, difensore di Alberto Stasi, ha definito l’apertura dell’indagine “un passo avanti” sottolineando come ogni sviluppo sia parte di un articolato percorso investigativo. Milo Infante ha espresso dubbi sulla chiarezza delle spiegazioni fornite riguardo ai 60mila euro che sarebbero stati destinati ai difensori: “Non è possibile giustificare l’uscita di una somma simile senza un bonifico. Sarebbe stato più trasparente ammettere un pagamento in contanti”.

Pareri diversi sono stati espressi anche sull’entità della parcella. Il giornalista Piero Colaprico ha ricordato che, secondo Andrea Sempio, il “pizzino” ritrovato nel 2017 riportava cifre molto basse e che, se si fosse trattato di migliaia di euro, il padre lo avrebbe scritto chiaramente. De Rensis ha definito i 60mila euro “una parcella elevata”, mentre la criminologa Roberta Bruzzone ha parlato di uno sviluppo prevedibile dopo le recenti perquisizioni, evidenziando la necessità di chiarire la posizione del presunto corruttore.

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