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Garlasco, Sempio decide di parlare a “Chi l’ha Visto?”: la sua versione

“Se c’era una ripresa di me…” Garlasco, Sempio decide di parlare a “Chi l’ha Visto?” – Durante la trasmissione “Chi l’ha visto?”, Andrea Sempio, storico amico di Marco Poggi e attualmente indagato per concorso nell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, ha affrontato pubblicamente uno dei punti più discussi dell’indagine: lo scontrino del parcheggio di Vigevano. Interrogato sulla veridicità della sua presenza quella mattina del 13 agosto 2007, giorno dell’omicidio, Sempio ha risposto senza esitazioni: “Sì, certo”. Alla richiesta di ulteriori chiarimenti ha aggiunto: “No, non ci sono dubbi”. Queste affermazioni arrivano mentre emergono nuove testimonianze che potrebbero rimettere in discussione la versione finora nota.

“C’era una ripresa di me…”. Garlasco, Sempio decide di parlare a Chi l’ha visto?

Secondo fonti come Il Corriere della Sera e La Repubblica, una nuova testimonianza raccolta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano avrebbe affermato che “lo scontrino del parcheggio a Vigevano non è di Sempio”. Se confermata, questa dichiarazione potrebbe incrinare uno degli elementi difensivi principali per il trentasettenne. Sempio, nel corso dell’intervista, ha commentato: “Sarebbe stato meglio se all’epoca fossero stati fatti approfondimenti, come controllare le telecamere della piazza di Vigevano, per verificare la mia presenza. Lo scontrino mi è stato richiesto un anno dopo e i video non erano più disponibili”.

Andrea Sempio durante la trasmissione Chi l'ha visto
garlasco dna ignoto 3 nessuna contaminazione

Riflessioni sulla gestione delle prove

Le parole di Sempio risuonano come una considerazione su ciò che poteva essere chiarito subito dopo il delitto. Oggi, a distanza di diciotto anni, lo scontrino di Vigevano torna al centro dell’attenzione, alimentando il dibattito pubblico. “Non c’è alcun dubbio”, ha ribadito Sempio in televisione, ma il clima attorno al caso rimane incerto. L’avvocato Liborio Cataliotti, che ha assunto la difesa insieme alla collega Angela Taccia, ha spiegato: “Lo scontrino è stato presentato quando Sempio non era indagato, per questo non può essere considerato un alibi in senso stretto. Un testimone non è tenuto a fornire alibi”. Il legale ha sottolineato che, qualora mancasse l’alibi, si tratterebbe solo di un indizio, non di una prova determinante secondo la prospettiva accusatoria.

Cataliotti invita alla cautela nel valutare la nuova testimonianza: “L’esperienza insegna che la diffusione mediatica di informazioni riservate spesso è una scelta processuale per valutare le reazioni. In questo caso, la nostra posizione resta invariata”. Sulla linea difensiva adottata, l’avvocato precisa: “Commenteremo solo gli atti ufficiali, firmati dagli inquirenti e dal pm. Finché il verbale non sarà acquisito dalla difesa, non verranno rilasciate dichiarazioni ufficiali”.

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