A Mexico City si è vista molto più di una “sbirciatina” al futuro della Formula 1. Lo ha spiegato Stefano Gatti in una bella analisi per Sport Mediaset. la battaglia tra Andrea Kimi Antonelli e Oliver Bearman, ex compagni di squadra in Formula 2, ha mostrato due talenti in crescita e, secondo molti opinionisti, ormai pronti per giocarsela con i big.
Le pagelle di Leo Turrini. Antonelli più maturo di Russell. Bearman è il futuro di Maranello https://t.co/nk5vWCIhEL
— Quotidiano Sportivo (@QS_sportivo) October 27, 2025
L’italiano, 19 anni, pilota Mercedes, e l’inglese, 20 anni, portacolori Haas con motore Ferrari, rappresentano due volti opposti e complementari della nuova generazione: Kimi corre per una Casa tedesca e un team inglese, Ollie per una squadra “americana” spinta dal Cavallino. E qui si sta scrivendo il nuovo equilibrio della Formula Uno.
Il Gran Premio messicano ha raccontato molto di entrambi. Bearman si è districato con maturità nella consueta baraonda delle prime curve, mentre Antonelli, dopo una partenza non impeccabile, ha rimesso tutto in ordine e si è lanciato all’inseguimento del rivale. Poi, lo swap positions con George Russell, accettato con disciplina e poi rivendicato con carattere: un gesto da veterano. In due parole: Kimi ha mostrato talento e personalità. (continua dopo la foto)

Compagni nel 2024 alla Prema in Formula 2, oggi Antonelli e Bearman sono due debuttanti diversi ma con lo stesso obiettivo. L’italiano ha vissuto un’estate complicata e piena di pressioni alla guida di una monoposto da top team, ma ne è uscito più maturo, più “pilota”. L’inglese, cresciuto nella Ferrari Academy e già protagonista nel 2024 a Jeddah, quando andò subito a punti al debutto con la Rossa, ha mostrato il carisma di chi ha grandi ambizioni.
Formula 1, il duello del futuro
Bearman è un pilota “old school”, più Mansell che Hamilton, istintivo ma lucido, aggressivo ma disciplinato. Antonelli invece incarna la modernità: meticoloso, glaciale, con una visione tecnica quasi da ingegnere. Due modi diversi di affrontare la stessa corsa verso il futuro, ma un destino comune: quello di contendersi, un giorno non troppo lontano, qualcosa di più di un quarto posto.
Entrambi fanno pensare agli addetti ai lavori che il futuro sia già cominciato. E se davvero Bearman tornerà un giorno in Ferrari, magari al posto di Leclerc o Hamilton, e Antonelli continuerà la scalata con la Mercedes, il duello di Mexico City potrebbe essere ricordato come il primo capitolo di una rivalità destinata a segnare un’epoca.
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