Filippo Turetta, il giovane accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin, è arrivato oggi, sabato 25 novembre, a Venezia a bordo di un Falcon 900 dell’Aeronautica Militare. Questa settimana si rivelerà cruciale per il caso, con un interrogatorio atteso che mira a far luce su alcuni aspetti ancora oscuri della vicenda.
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Arrivo di Filippo Turetta e trasferimento in carcere
Dopo essere arrivato “all’aeroporto” di Francoforte, Turetta è stato trasferito nel carcere di Verona, dove sarà sottoposto a stretta sorveglianza. Questa misura precauzionale, come spiegato in un articolo sulla gestione dei detenuti ad alto rischio, è standard in situazioni del genere per prevenire eventuali gesti di autolesionismo. L’interrogatorio, che avrà luogo non prima di lunedì, dovrà fornire risposte a molte domande ancora senza risposta.
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La chiamata al 112 e la risposta delle autorità
Un aspetto chiave della vicenda riguarda una chiamata al 112 effettuata da un vicino di casa di Giulia Cecchettin, che ha segnalato un litigio. Questa testimonianza, arricchita da una registrazione audio, è stata immediatamente fornita alle autorità giudiziarie dopo la segnalazione della scomparsa di Giulia, avvenuta già domenica 12 novembre. Alle 23.15 di sabato, il vicino, osservando dalla propria abitazione, ha udito urla di dolore provenire da Giulia. Le sue parole, come riportato nell’ordinanza del gip, descrivono un’aggressione: «Un individuo calciava violentemente una sagoma a terra», e poi la partenza precipitosa di una Fiat Grande Punto. Questo elemento cruciale evidenzia la gravità della situazione già in atto in quel momento.
A soli tre minuti di distanza, il vicino ha contattato i carabinieri. La chiamata è stata gestita dalla compagnia di Chioggia. Secondo quanto riportato dagli investigatori, il testimone ha descritto l’accaduto come una lite tra due persone che, successivamente, sono risalite in auto e si sono allontanate. Nonostante abbia assistito alla partenza della vettura, il testimone non è riuscito a registrare la targa, un dettaglio che avrebbe potuto fornire informazioni preziose agli investigatori sin dall’inizio.
Secondo un comunicato dei carabinieri, le pattuglie non sono intervenute immediatamente a causa di altri interventi in corso. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, intervistato da Nicola Imberti, ha sottolineato l’importanza di fare chiarezza su questa vicenda, affermando: “Questa vicenda merita e richiede un approfondimento, va fatta chiarezza. Saranno fatte delle verifiche. Vedremo. Le forze di polizia non si sono mai sottratte dall’assunzione delle loro responsabilità. Se emergessero delle criticità sarebbe legittimo preoccuparsi”. Questa la dichiarazione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi intervistato da Nicola Imberti durante l’evento ‘L’Europa di Domani’ in merito alla chiamata al 112 che segnalava il litigio tra Giulia Cecchettin e l’ex fidanzato.