
C’è poco da salvare nell’anno orribile della Ferrari. Anzi, niente. L’analisi di Paolo Filisetti sulla Gazzetta dello Sport è precisa e accurata. La stagione 2025 della Rossa si è trasformata via via in un laboratorio di errori tecnici e gestionali, un fallimento che ha messo a nudo tutti i limiti di un team incapace di interpretare e sviluppare la propria monoposto.
#Riflessione #Ferrari
— Vito Quaranta 🇮🇹 (@quaranta_vito) October 6, 2025
Ad essere sinceri non capisco questa polemica: cosa dovrebbero fare esattamente Elkann e Vigna per risolvere il problema Ferrari? Premesso che Il problema Ferrari è rappresentato proprio da loro due (altro che fare una riunione, come dice l'urlatore… https://t.co/rwMc0mha6W
La SF-25 doveva essere la macchina della riscossa. Invece è diventata il simbolo della confusione che regna a Maranello. Il caso più eclatante si è visto a Baku, dove il tracciato sembrava fatto su misura per la Ferrari. Dopo un venerdì da sogno, con Hamilton e Leclerc ai primi due posti nelle FP2, il weekend è crollato nel baratro: disastro in qualifica e in gara, con la vettura incapace di reagire alle variazioni di grip e temperatura.
Da fuori sembrava il solito problema di set-up mal gestito, ma la realtà, come spiega Filisetti, è più articolata. La SF-25 paga difetti strutturali di progetto, aggravati dalle modifiche introdotte dal Belgio, quando il direttore tecnico Loic Serra ha deciso di puntare su una sospensione posteriore rivista anziché proseguire con gli sviluppi aerodinamici già pianificati.
La scelta di concentrare risorse sulla dinamica del veicolo ha paralizzato per tre mesi il reparto aerodinamico. Il risultato? Una vettura teoricamente più stabile, ma incapace di adattarsi alle condizioni reali di pista. Quando il set-up simulato coincide con le condizioni effettive, la SF-25 si comporta bene. Ma basta un piccolo cambiamento di temperatura o grip per farla precipitare nelle retrovie. (continua dopo la foto)

Secondo Filisetti, in quel periodo la Ferrari avrebbe potuto introdurre almeno due pacchetti aerodinamici evolutivi. Invece ha imboccato una strada che ha finito per renderla rigida, prevedibile, e – soprattutto – non competitiva.
Il confronto con gli altri team è impietoso. La McLaren e la Red Bull hanno dimostrato di saper interpretare l’evoluzione weekend dopo weekend, adattando il pacchetto tecnico alle circostanze. La Ferrari no. Il suo progetto è un’estremizzazione del precedente, con la nuova sospensione anteriore pull rod pensata per aumentare la prestazione di punta: sacrificando però la flessibilità.
Ferrari, un anno orribile e un futuro a rischio
Un approccio diametralmente opposto a quello che serviva nel 2025, anno in cui la convergenza prestazionale tra le vetture è estrema: tra i primi dieci in griglia spesso ci sono meno di due decimi. In questo contesto, la capacità di migliorare anche di mezzo decimo nel corso del weekend può significare guadagnare cinque posizioni.
La Ferrari non solo ha sbagliato le scelte tecniche, ma ha mostrato una cronica mancanza di comunicazione interna. Tecnici disorientati, reparti che lavorano in parallelo senza una visione comune, e una direzione sportiva incapace di reagire alle difficoltà.
Risultato: una stagione che doveva segnare la rinascita è diventata un catalogo di rimpianti, di errori marchiani e di occasioni sprecate. E mentre gli altri avanzano, a Maranello si continua a cercare nel simulatore ciò che si è perso da tempo in pista: l’identità.
E visto che il team che sta preparando la macchina per il 2026, anno del grande cambiamento regolamentare, è lo stesso che ha sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare con la SF-25, ecco che pensando al futuro vengono i brividi. Sperando di essere – finalmente – smentiti, e di non dover più ascoltare le arrampicate sugli specchi del povero Vasseur dopo ogni Gran Premio fallito.
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