
Federica Pellegrini, regina indiscussa del nuoto italiano, si racconta in un’intervista a cuore aperto alla Gazzetta dello Sport. Tra record, medaglie e momenti difficili, la campionessa olimpica si apre su temi profondi, dalla sua carriera sportiva alle battaglie personali che ha dovuto affrontare, facendo emergere la sua forza, ma anche la vulnerabilità che ha spesso cercato di nascondere.
Pellegrini inizia il suo racconto sottolineando come la sua famiglia sia stata la base di ogni sua realizzazione. “Da dove si parte per raccontare una leggenda come me? Dalla famiglia, la mia più grande fortuna“, confida la nuotatrice. Un’educazione che, fin da piccola, le ha insegnato la passione per lo sport e lo spirito di sacrificio.
“Mia madre si svegliava alle 5.30 per portarmi in piscina, poi a scuola e di nuovo in piscina. Hanno creduto in me senza l’ossessione di farmi diventare per forza una campionessa”, racconta con gratitudine. Pellegrini non nasconde le difficoltà affrontate sin da giovanissima. La qualificazione per le Olimpiadi di Atene 2004, a soli 15 anni, ha rappresentato un primo bivio: “L’argento di Atene è stato un impatto forte, con interviste, sponsor e manager che non eravamo pronti a gestire“.
Ma la strada verso il successo non è stata priva di ostacoli, tra cui problemi alimentari, crisi di panico e la morte del suo allenatore e mentore, Alberto Castagnetti. “Mi chiedo se sarei riuscita ad affrontare tutto con la stessa lucidità e fermezza che hanno avuto i miei genitori“, riflette ora che è diventata madre.

Uno degli aspetti più delicati e dolorosi della sua carriera riguarda la lotta contro la bulimia e la dismorfia corporea. “Vivere sotto i riflettori durante l’adolescenza non è stato facile. Stare in costume 24 ore su 24, vedere il mio corpo cambiare e non riconoscermi più… Credevo che auto-sabotarmi fosse la soluzione”, confessa.
Ma proprio quando stava per compromettere anche le sue prestazioni, ha capito che doveva fermarsi. Oggi Federica riconosce che il nuoto l’ha salvata, più volte. “Dopo la morte di Alberto volevo smettere, ma la passione per il nuoto mi ha riportata in acqua. Anche perché lui avrebbe voluto così“.
Federica ricorda anche uno dei momenti più significativi della sua carriera, il record del mondo nei 200 stile libero di Roma nel 2009, che ha resistito per ben 14 anni. “Tutti aspettavano quel momento solo per vedere come avrei reagito. Sentivo che sarebbe successo ai Mondiali di Fukuoka 2023, così ho spostato l’attenzione annunciando la mia gravidanza il giorno stesso. Ho giocato d’anticipo”.
Federica ha raccontato anche del suo rapporto con Matteo Giunta, suo allenatore e ora marito. “A Verona lo nascondevo nel bagagliaio per sfuggire ai paparazzi appostati fuori dalla piscina. Siamo stati bravi e sempre professionali”, ammette. Ma la relazione non è stata semplice, soprattutto quando Giunta, inizialmente, ha voluto prendere le distanze per essere sicuro che fosse una cosa seria.
Federica Pellegrini, il nuoto come salvezza
Federica Pellegrini non è solo un’icona sportiva, ma anche un esempio per molte donne. Da quando è diventata madre di Matilde, ha preso ancora più a cuore il tema della condizione femminile. “L’Italia è ancora un Paese patriarcale“, osserva, ricordando anche il suo impegno nella fondazione dedicata a Giulia Cecchettin, la giovane uccisa dall’ex fidanzato.
“Non si può sorvolare sui femminicidi o sul linguaggio che ancora oggi mina la parità”, sottolinea. “Oggi stiamo vivendo una grande rivoluzione al femminile, ma più è forte, più cresce anche la corrente opposta. Però non faremo un passo indietro”.
Federica Pellegrini è una campionessa, ma anche una donna che ha vissuto sulla propria pelle le difficoltà della fama e della pressione, non solo sportiva, e che ha trovato nel nuoto la sua forza e la sua salvezza. La sua storia è un esempio di di crescita personale e di spirito combattivo, sia nello sport che nella vita.
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