
“Epidemia colposa”. Focolaio in Italia, scatta l’allarme: “Situazione che spaventa” – Un focolaio di tubercolosi è stato individuato presso lo Spazio Neruda, un edificio occupato situato nella periferia nord di Torino, che ospita stabilmente circa duecento persone, in prevalenza migranti irregolari. La segnalazione, pubblicata da fonti giornalistiche nazionali, ha rapidamente attivato l’attenzione delle autorità sanitarie e giudiziarie. L’ASL e la Procura si sono mosse per delimitare e contenere il rischio.
Secondo le prime verifiche, i casi confermati di contagio sono meno di dieci, tra cui risultano coinvolti anche due minori. L’episodio riporta l’attenzione su una situazione da tempo segnalata e rimasta irrisolta, con numerose richieste di sgombero e intervento rimaste senza riscontro. Senza misure tempestive, si teme che l’infezione possa estendersi ad altri quartieri cittadini.

“Epidemia colposa”. Focolaio in Italia, scatta l’allarme: “Situazione che spaventa”
Lo Spazio Neruda è un’ex scuola comunale trasformata negli anni in un centro di accoglienza informale. Tra i residenti si contano persone originarie di Tunisia, Nigeria, Marocco e cittadini italiani privi di una dimora stabile. L’immobile non è censito ufficialmente, rendendo complesso per le autorità sanitarie valutare il numero esatto di occupanti. Nel tempo sono state proposte diverse soluzioni per lo sgombero e la relocazione dei residenti, ma nessuna è stata attuata. A febbraio il sindaco Stefano Lo Russo aveva riconosciuto la necessità di trovare alternative per i nuclei più fragili, sottolineando l’urgenza di ripristinare la legalità. Tuttavia, la situazione è rimasta immutata e oggi si trova al centro di una emergenza sanitaria.


Tubercolosi: caratteristiche e rischi della malattia infettiva
La tubercolosi è una malattia infettiva che colpisce prevalentemente l’apparato respiratorio e si diffonde attraverso l’aria, ad esempio tramite colpi di tosse o semplici conversazioni. Sebbene negli ultimi decenni i dati italiani abbiano mostrato un calo dei casi, la presenza della malattia in ambienti sovraffollati e precari rappresenta un rischio concreto di diffusione rapida. Il primo caso sembra risalire ai mesi estivi, ma l’allarme è scattato solo recentemente, quando alcuni residenti hanno richiesto l’intervento dell’ASL dopo la comparsa di sintomi sospetti. L’Ospedale Amedeo di Savoia, specializzato in malattie infettive, ha messo in atto le procedure previste: screening, test di Mantoux, isolamento dei soggetti positivi e tracciamento dei contatti. Il principale ostacolo rimane la difficoltà di monitoraggio sull’edificio, privo di regolare supervisione da anni.
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