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Ecatombe infortuni, dopo De Bruyne e Mkhytarian l’allarme dei fisioterapisti: “Partite troppo ravvicinate”

La sfida tra Napoli e Inter ha regalato emozioni in campo e polemiche, ma ha acceso nuovamente i riflettori sugli infortuni sempre più frequenti nel calcio moderno. Kevin De Bruyne e di Henrikh Mkhitaryan hanno dovuto abbandonare il campo nel primo tempo per problemi muscolari, con il centrocampista belga – il più grave dei due – che subirà uno stop di circa 3-4 mesi.

Secondo Riccardo Torquati, presidente della Federazione Italiana Fisioterapisti dello Sport, De Bruyne ha subito una lesione muscolare di alto grado, paragonabile a una frattura dal punto di vista della medicina sportiva.

L’atleta sarà operato in Belgio con tecniche di sutura e ancoraggio per favorire la cicatrizzazione e ridurre i tempi di recupero da 4 a 3 mesi. Il percorso riabilitativo prevederà lavoro su elasticità, tono muscolare e rivascolarizzazione, per prevenire recidive e preparare il ritorno all’attività agonistica.

Stessa sorte, con tempi di recupero più brevi, anche per Mkhitaryan, a conferma di una tendenza sempre più evidente: i calciatori di alto livello sono sottoposti a carichi fisici enormi, con due partite a settimana come norma, e il rischio di lesioni muscolari cresce con l’età e lo stress accumulato. (continua dopo la foto)

Torquati sottolinea l’importanza del lavoro dei fisioterapisti di squadra: un pronto intervento in campo, come l’applicazione di bendaggi compressivi, permette di avvicinare i lembi muscolari lesionati e avviare subito il processo di autoriparazione, contribuendo a ridurre i tempi di recupero.

Il caso di De Bruyne e Mkhitaryan riapre quindi il dibattito sul calendario fitto del calcio moderno e sulla necessità di salvaguardare la salute degli atleti, con attenzione alla prevenzione, al recupero e alla gestione dei carichi di lavoro. Ma soprattutto ripensando un calendario troppo pieno di impegni ravvicinati.

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