Croce e delizia di ogni ciclista, il cambio rappresenta il sottile equilibrio tra forza e sforzo, tra il dosare la giusta potenza e il non vederla sprecata ma impressa per bene su gambe e ruote. Per questo è un meccanismo che più di altri rappresenta il cuore della bici e del movimento. A oggi ci sembra qualcosa di scontato, ma in realtà il deragliatore moderno rappresenta una vera e propria conquista della meccanica.
Ecco una breve storia per conoscerlo da vicino.
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Deragliatore bici: le origini
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Il deragliatore è in generale il meccanismo che permette alle biciclette di usare diversi rapporti di trasmissione. Si tratta di un oggetto importante, sia anteriore che posteriore, perché permette che la pedalata si adatti alle diverse situazioni del percorso. Prima della sua comparsa all’incirca negli anni ’40, come ricostruisce Bike Italia, non si poteva variare la pedalata in corsa. Per cambiare bisognava scendere e smontare la ruota oppure contorcersi in operazioni complicate per liberare e spostare la catena. In questo senso sono celebri alcune testimonianze che vedono i ciclisti di ieri messi a dura prova dalla salita al punto da dover scendere dalla bici e provare a spingerla a piedi. Provate quindi a immaginarvi quanto si sia evoluta la meccanica e quanto sia cambiato nel profondo questo sport. E quanto poi i primi inventori fossero spesso sì degli sportivi, ma anche dei veri e propri pionieri.
Tornando a noi, il primo antenato del cambio moderno è il cosiddetto ‘Vittoria Margherita’. Per cambiare il rapporto in corsa si poteva utilizzare una leva, pedalare all’indietro e spingere o tirare la catena manualmente. Il problema di questi sistemi, come di quello nominato ‘suicida’ e inventato da Tullio Campagnolo, era che tutte queste operazioni andavano fatte in corsa e spesso a una velocità elevata. Nel 1934 arriva invece il simplex, un modello di deragliatore che veniva azionato con una leva, quindi un’operazione meno complessa delle precedenti, ma che aveva il problema di necessitare di grande forza per essere attivato.
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Deragliatore bici: oggi
Il cambio Campagnolo Gran Sport fu lanciato nel 1949 e rappresenta probabilmente il cugino più stretto del deragliatore moderno e il vero salto di qualità del cambio così come lo conosciamo. Questo primato si mantiene almeno fino agli anni ’80 quando comincia la lotta del decennio tra la casa italiano e la giapponese Shimano. Quest’ultima sposta il sistema di comandi dal tubo al manubrio segnando l’innovazione della prossimità del cambio alle mani e al controllo della bici. E oggi? Oggi siamo oltre l’idea di meccanica fatta di acciaio o titanio. Infatti nel mondo vengono progettati sistemi di cambio che sfruttano il wi-fi e gli impulsi elettronici per adattare la pedalata alla morfologia del percorso e al tipo di atleta. Il futuro insomma è già qui.