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Ciclismo, finale surreale alla prima tappa della Volta Algarve 2025, la Portimão – Lagos (192,2 km). Un clamoroso errore di percorso ha stravolto l’esito della gara, causando una situazione mai vista prima in una competizione ciclistica. Tutto sembrava pronto per una volata di gruppo, ma a poche centinaia di metri dall’arrivo quasi tutto il plotone ha seguito una moto di servizio che, per errore, ha imboccato la strada riservata alla deviazione delle ammiraglie.
Alla prima tappa del Giro dell'Algarve i ciclisti invece di prendere per il rettilineo sono andati per la via di fuga delle ammiraglie.
— Peter Banter 🦏 (@banter_peter) February 19, 2025
Così Ganna indisturbato ha vinto in quasi solitaria. https://t.co/Nfjdk7yYrL
Una svista organizzativa clamorosa, che ha lasciato aperto il varco sbagliato, portando fuori strada decine di corridori. Solo una ventina di atleti ha mantenuto il percorso corretto, tra cui Filippo Ganna, che si è ritrovato improvvisamente da solo in testa.
Il corridore italiano ha sfruttato l’occasione e ha tagliato il traguardo in solitaria, inconsapevole del caos alle sue spalle. Nel frattempo, gli altri ciclisti hanno dovuto scavalcare le transenne per concludere la gara e poter essere ammessi alla seconda tappa.
Dopo la corsa, le polemiche sono esplose immediatamente. Se Ganna aveva commentato con pragmatismo il suo successo: “Ho scelto la strada giusta e ho vinto“, gli altri ciclisti non hanno nascosto la rabbia. Marco Haller ha criticato duramente l’organizzazione: “Non è accettabile correre per quasi 200 km e poi ritrovarsi con una deviazione non segnalata. È un errore gravissimo“.
Ciclismo, la dura protesta di Visma
Di fronte alla protesta generale, in serata la giuria ha preso una decisione drastica: la tappa è stata annullata. La squadra Visma/Lease a Bike ha puntato il dito contro l’organizzazione, accusandola di aver messo a rischio la sicurezza del gruppo.
Il direttore sportivo Arthur van Dongen ha dichiarato: “Quello che è successo è imbarazzante. Il ciclismo professionistico continua a perdere credibilità perché la sicurezza dei corridori non viene messa al primo posto. Per fortuna non ci sono stati incidenti gravi, ma sarebbe potuta finire molto male. L’Uci deve svegliarsi“.
L’episodio getta ombre pesanti sulla gestione della corsa e alimenta il dibattito sulla sicurezza nelle competizioni ciclistiche. Resta da capire se ci saranno ulteriori provvedimenti da parte dell’Unione Ciclistica Internazionale.
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