Una testimonianza chiave e la coerenza rivendicata
Durante l’incidente probatorio, chiesto dalla Procura per cristallizzare la versione di Claudio Sterpin, il testimone ha confermato punto per punto quanto già dichiarato nei mesi precedenti. “Ripeterò per l’ennesima volta quanto già detto mille volte. È una la verità, mica 3, 10, 50”, ha affermato, sottolineando la propria coerenza. Il suo legale, Giuseppe Squitieri, ha ribadito che “Sterpin sta ricostruendo tutto con precisione” e che non è mai caduto in contraddizione.
Sterpin ha anche criticato la ricostruzione “edulcorata” del rapporto tra Liliana e il marito, spesso descritta da Visintin come serena. “Lui raccontava di un idillio, ma non era così”, ha dichiarato senza mezzi termini. Ha infine sollevato perplessità su un altro punto oscuro dell’inchiesta: foto di lui e Liliana, scattate oltre vent’anni fa, riemerse solo dopo tre anni, sebbene contenute in un hard disk già in possesso di un amico di Visintin.

Il ruolo di Sterpin nelle indagini e gli scenari futuri
Con la sua testimonianza, Claudio Sterpin resta una figura centrale nelle indagini sulla morte di Liliana Resinovich. Il suo racconto, ritenuto credibile dalla Procura, è stato ufficialmente acquisito durante l’incidente probatorio. La presenza della procuratrice capo e di due legali esperti segnala quanto questa fase dell’inchiesta sia considerata strategica. Nel frattempo, la posizione di Sebastiano Visintin si complica: da tempo indagato per omicidio, ora è nel mirino anche delle dichiarazioni dell’unico testimone chiamato a ricostruire l’ultima fase della vita di Liliana. Con toni sempre più netti, Sterpin insiste nel ritenere il marito della donna custode di verità taciute. Il procedimento giudiziario, intanto, prosegue. E con esso anche le tensioni mai sopite di un giallo ancora lontano dalla parola fine.
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