Camilla Canepa e il vaccino Astrazeneca: due medici avevano provato a bloccare gli open days
Camilla Canepa era arrivata al pronto soccorso il 3 giugno con mal di testa, fotofobia e piastrine basse. In quei giorni il piano, messo a punto dai medici che avevano individuato la “Vitt”, non è stato nemmeno girato dal primario agli altri medici del ps. Ed è proprio questa una delle accuse mossa dalla Procura al primario stesso. Pure altri medici dell’ospedale però, come riferisce «Repubblica», sono accusati di omicidio colposo, perché secondo l’accusa conoscevano le linee guida in quanto riferite «oralmente».«Ci chiediamo perché il nostro protocollo sul trattamento Vitt sia rimasto nel cassetto in Alisa per così tanto tempo se fosse stato trattato con l’urgenza che meritava, a Lavagna sarebbe arrivato sicuramente prima. E forse Camilla Canepa si sarebbe potuta salvare, vista anche l’evoluzione della Vitt diversa rispetto a Francesca Tuscano», ha detto Enrico Haupt. (continua a leggere dopo le foto)
Le segnalazioni erano state fatte anche al Cts
Anna Rubartelli insieme ad altri colleghi si era mossa non poco, proprio per evitare che in Italia i giovani si vaccinassero con AstraZeneca. I due erano arrivati direttamente al Comitato tecnico scientifico che il 12 maggio diede il via libera agli Open Day. «Insieme a Valeria Poli (ordinaria di Biologia Molecolare a Torino, ndr) abbiamo provato in tutti modi, anche scrivendo al direttore Aifa Magrini e interloquendo con una componente del Cts, per evitare che venisse usato AstraZeneca sui giovani e soprattutto sulle giovani donne. Le nostre segnalazioni, supportate da dati e autorevoli pubblicazioni scientifiche, non sono state prese in considerazione», le sue parole. Anche questo aspetto è stato approfondito dalla Procura. Quest’ultima ha chiesto alla componente del Cts Cinzia Caporale perché gli allarmi siano stati ignorati. Lei si è difesa dicendo che Ema e Aifa avevano autorizzato il vaccino dai 18 anni in su.