L’avvocato Franco Coppi, noto penalista che ha assistito Silvio Berlusconi, ha condiviso con Fanpage.it il suo rapporto con l’ex presidente del Consiglio. Coppi ha descritto Berlusconi come un uomo piacevole, ospitale e generoso. Tuttavia, dal punto di vista giuridico, Coppi non condivide l’idea che Berlusconi sia stato volontariamente perseguitato dalla giustizia.
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L’avvocato di Silvio Berlusconi si apre dopo la sua morte
Coppi, uno dei più famosi avvocati penalisti italiani, ha seguito Berlusconi in molti dei suoi numerosi processi. Recentemente, ha ottenuto l’assoluzione per il procedimento Ruby ter. Dopo la morte di Berlusconi, Coppi ha raccontato a Fanpage.it come ha conosciuto il leader di Forza Italia e qual era la natura del loro rapporto. Sebbene i loro incontri fossero principalmente per motivi professionali, erano sempre piacevoli. Coppi ha sottolineato che durante le discussioni sulle cause legali, Berlusconi parlava di tutto tranne che del caso in questione, divagando su vari argomenti con grande disinvoltura. Il primo incontro tra Coppi, due anni più giovane di Berlusconi, e l’ex presidente del Consiglio avvenne grazie all’avvocato Ghedini, che all’epoca coordinava le difese di Berlusconi. Coppi venne chiamato a intervenire in un processo d’appello relativo al caso Ruby. L’incontro avvenne ad Arcore e da lì nacque la conoscenza tra i due. Coppi ha rivelato che Berlusconi aveva fiducia nei confronti degli avvocati che lo assistevano e non era un cliente ansioso o assillante.
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Caso Mediaset: la condanna di Berlusconi
Tuttavia, c’è stata una condanna definitiva nel processo Mediaset, l’unica ricevuta da Berlusconi. Coppi ha spiegato che Berlusconi era profondamente deluso da questa condanna, convinto di aver subito un’ingiustizia. Coppi ha ammesso che questa condanna non è stata digerita bene. Nonostante ciò, la maggior parte degli altri processi giudiziari di Berlusconi si è conclusa con assoluzioni o prescrizioni. Coppi non sostiene l’idea che Berlusconi sia stato volontariamente perseguitato dalla giustizia. Pur riconoscendo che un personaggio come Berlusconi, coinvolto in molti fronti, poteva dare occasione ai magistrati di avviare azioni giudiziarie, Coppi non crede in teorie del complotto. L’avvocato ha ancora fiducia nella giustizia e nella magistratura, e considera queste situazioni come parte delle regole del gioco politico.
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Riguardo alla morte di Berlusconi, Coppi ha ricevuto la notizia da una persona vicina alla famiglia pochi minuti dopo l’accaduto. Nonostante le circostanze che facevano temere il peggio, come il ricovero di Berlusconi poco prima dell’incontro programmato con i suoi collaboratori, Coppi non si aspettava che la fine arrivasse così in fretta. Ha ammesso di non essere un esperto di medicina, ma la rapidità con cui la situazione si è deteriorata è stata inattesa.
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Il giudizio su Berlusconi: “Parlavamo di tutto, ma non di barzellette e di calcio”
Infine, Coppi ha fornito un giudizio personale su Silvio Berlusconi. Ha affermato che Berlusconi ha influenzato la storia del Paese come protagonista per oltre trent’anni e che sarebbe necessario un libro per descrivere la sua personalità ricca di sfaccettature. Sul piano personale, Coppi ha sottolineato che Berlusconi era piacevole, ospitale e generoso. Tuttavia, i due argomenti che non toccavano mai erano le barzellette e lo sport, poiché Coppi era tifoso della Roma e non voleva creare discussioni su quel terreno. In conclusione, Franco Coppi ha condiviso la sua esperienza e il suo rapporto con Silvio Berlusconi. Mentre riconosceva le qualità umane di Berlusconi, Coppi non condivideva la convinzione che l’ex presidente del Consiglio fosse stato volontariamente perseguitato dalla giustizia.