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L’atletica italiana è sconvolta dalla notizia che vede coinvolto Giacomo Tortu, fratello del velocista Filippo Tortu, medaglia d’oro a Tokyo 2020 nella 4×100. Giacomo è stato indagato per concorso in presunte intercettazioni abusive nei confronti di Marcell Jacobs, compagno di staffetta e doppio oro olimpico a Tokyo.
Marcell Jacobs dice la sua sullo spy-gate che coinvolge il fratello di Filippo Tortu, Giacomo, indagato per presunto spionaggio ai suoi danni🗣️#Jacobs #Tortu pic.twitter.com/uqyeK8EyLB
— Eurosport IT (@Eurosport_IT) February 15, 2025
La vicenda fa parte di un filone di indagini in corso a Milano, legato alla rete di cyber-spie di Equalize, una società investigativa finita al centro di un’inchiesta per accesso illecito a banche dati istituzionali. Le indiscrezioni su questa vicenda sono emerse nei giorni scorsi e sono state confermate da Il Fatto Quotidiano.
L’ex superpoliziotto Carmine Gallo ha dichiarato che Giacomo Tortu si sarebbe rivolto alla società Equalize per ottenere informazioni su Marcell Jacobs, in particolare sugli esiti di analisi del sangue e su contenuti di telefonate e chat tra Jacobs e il suo staff. Queste accuse hanno suscitato grande clamore e preoccupazione.
Marcell Jacobs ha risposto alla notizia, dichiarando pubblicamente di credere alla versione di Filippo Tortu, il quale ha sempre affermato di non avere alcuna responsabilità nella vicenda che coinvolge il fratello Giacomo.
Atletica, Marcell Jacobs: “Credo a Filippo, ma…”
Jacobs ha espresso rammarico per l’intera situazione: “Personalmente credo a Filippo Tortu quando dice di essere estraneo alla vicenda che coinvolge il fratello Giacomo. Detto questo, che qualcuno abbia potuto spiare i miei cellulari mi rattrista e mi preoccupa”.
Il doppio oro olimpico ha anche criticato la posizione del presidente della Federazione Italiana di Atletica Leggera, Stefano Mei, che non ha espresso solidarietà pubblica nei suoi confronti. Jacobs ha affermato: “Mi sarei almeno aspettato solidarietà, in attesa che la Procura completi le indagini”.
Mentre la Procura di Milano continua a indagare sul caso, l’intera vicenda solleva interrogativi non solo sul comportamento di Giacomo Tortu, ma anche sulla sicurezza e la privacy degli atleti. Il sospetto spionaggio, se confermato, rappresenterebbe un grave colpo per il mondo dell’atletica, dove la fiducia e la trasparenza sono valori fondamentali.
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