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Alessandro Venturelli scomparso, il grido di dolore della madre

Segnalazioni, foto e false speranze: la ricerca che non si ferma mai

In questi anni, Roberta non ha mai smesso di cercarlo. Ogni segnalazione che riceve la inoltra alla Squadra Mobile. “Molte segnalazioni arrivano ancora oggi, anche negli ultimi mesi. Purtroppo, quasi mai corredate da foto. Quando invece ci sono, si risparmia tanta angoscia: almeno si può verificare subito”.

L’ultima segnalazione con immagine risale a poco prima dell’estate. Proveniva da Roma, ma purtroppo non era Alessandro. “Ho ricevuto anche una foto da Genova, due anni fa. Era identico a lui. Ho creduto davvero che fosse mio figlio. Poi è stato identificato, ma non era Alle.”

Il mistero del cellulare e del computer analizzati senza esito

Dopo la scomparsa, Roberta ha fatto analizzare il cellulare e il computer del figlio. Ma il tempo trascorso prima delle perizie ha reso tutto più difficile. “Il telefono è rimasto nelle mie mani per mesi, e probabilmente ho compromesso la memoria storica cercando indizi da sola. Il computer è stato esaminato, ma non è emerso nulla. È come se ogni traccia fosse stata cancellata.”

Una sensazione di impotenza che non l’ha mai abbandonata, ma che non ha mai vinto la speranza.

Un appello al figlio e una promessa alle famiglie

Basterebbe che aprisse la porta di casa per ripartire da zero”, dice Roberta con la voce rotta dall’emozione. “La nostra famiglia era bella e unita. Se Alessandro tornasse, non ci sarebbe nulla da sistemare, solo i nostri cuori”.

Nel frattempo, Nostos continua la sua missione: dare sostegno alle famiglie che, come lei, cercano un volto tra le ombre. “Gli scomparsi sono persone, non numeri. Finché avrò forza, lotterò per loro”.

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