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Ciclismo, fra Pogacar e Remco spunta il nome che non ti aspetti: e l’Amstel stavolta parla danese (VIDEO)

Ciclismo, non era il nome scritto nei pronostici, e forse proprio per questo è stato bello vederlo alzare le braccia al cielo. Mattias Skjelmose ha vinto l’Amstel Gold Race 2025 battendo in volata niente meno che Tadej Pogacar e Remco Evenepoel, gli uomini più attesi. Un colpo di scena che però non è un caso: in questo ciclismo, nessuno vince per sbaglio.

L’Amstel acquista sempre maggiore importanza, e quest’edizione lo conferma. I primi 209 km si sono sviluppati secondo copione: fuga da lontano, gruppo controllato, gambe spremute nell’ombra. Poi, a 25 km dall’arrivo, lo spartito si rompe: Pogacar scatta, come fa ogni volta che sente odore di vittoria.

Alle sue spalle Alaphilippe ci prova ma scivola via come una nota stonata. Restano in due a crederci: Skjelmose ed Evenepoel. Il danese si incolla alla ruota del belga e inizia un avvicinamento al traguardo chirurgico, senza isterie. Il vuoto che Pogacar voleva scavare si riduce: le gambe, stavolta, non lo sorreggono fino in fondo. E a 7 km dal traguardo, i tre si ritrovano insieme, in equilibrio precario e bellissimo.

Nessuno ha la forza di staccare ancora, allora si va allo sprint. Evenepoel parte troppo presto, da davanti: una condanna. Pogacar aspetta, ma non esplode. Skjelmose invece si lancia tra i due come un proiettile: si infila nello spazio e salta lo sloveno col colpo di reni del campione. Un guizzo, una dedica al nonno tra le lacrime, e un traguardo che per lui potrebbe cambiare tutto.

Skjelmose, classe 2000, non è un imbucato. Ma forse è qualcosa di diverso da quello che credevamo: non solo un corridore da corse a tappe, bensì un talento per le gare di un giorno, quelle dove serve non solo potenza ma anche istinto e audacia.

Ora tocca alla Freccia Vallone e alla Liegi-Bastogne-Liegi, i due traguardi conclusivi delle Ardenne, prima che l’attenzione si sposti al Giro d’Italia. Ma questa primavera, comunque vada, ha già un nome nuovo inciso sul marmo: Skjelmose, il danese che ha sorpreso tutti i giganti. E forse anche se stesso.

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