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Ciclismo, Evenepoel: rientro strepitoso dopo 5 mesi di stop alla Freccia del Brabante, fra le donne ride l’Italia

Ciclismo, nel cuore del Brabante fiammingo, dove le colline si piegano al passaggio dei campioni e il vento sa raccontare leggende, Remco Evenepoel ha scritto l’ennesimo capitolo di un’epopea ciclistica che porta il suo nome. Cinque mesi dopo la caduta, cinque mesi dopo il buio, il fenomeno belga è tornato alla vittoria. Alla maniera dei grandi. Alla maniera sua.

Sulla carta doveva essere un rientro prudente, quasi di rodaggio. Ma Evenepoel non conosce mezze misure. Attacco a 50 km dal traguardo, fuga in tandem con Wout Van Aert, uno che in volata è un giustiziere. E invece no: Remco ha stretto i denti, ha lanciato lo sprint, e ha bruciato il connazionale sul filo. Come nei sogni. Come fanno i predestinati.

“Avevo capito di stare bene, ma non avrei mai detto di giocarmela con Van Aert“, ha confessato dopo l’arrivo. “Pensavo di perdere allo sprint, ma questa è una corsa dura, bisogna provarci”. Sessantesima vittoria in carriera, la prima del 2025, in una Freccia del Brabante che ha celebrato un ritorno eccezionale. Dietro di lui, un Van Aert comunque monumentale, terzo il giovane portoghese Antonio Morgado, uno che sentiremo nominare ancora.

Ma la giornata di gloria ha avuto un’eco azzurra, e che eco. A Lennik, dove partiva la decima edizione della gara femminile, Elisa Longo Borghini ha firmato una delle sue imprese più luminose. Una settimana fa era a terra, commozione cerebrale al Giro delle Fiandre. Oggi è sul gradino più alto del podio, da sola, col sole del Brabante a illuminarle il volto.

Per la seconda volta consecutiva, la piemontese trionfa in Belgio. Stavolta lo ha fatto staccando tutte, con un attacco secco a 10 km dall’arrivo. Dietro, l’olandese Marianne Vos ha vinto la volata del gruppo per il secondo posto, ma l’azzurra era già pronta a salire sul podio.

Quarta un’altra italiana, Eleonora Gasparrini, segno che la scuola azzurra non è solo Elisa. Ma la capitana è ancora lei. E lo sarà anche nel trittico delle Ardenne, dove arriverà con il dente avvelenato e la gamba giusta.

Tra cadute, paure, test e ritorni, questa Freccia del Brabante ci ha ricordato che il ciclismo è lo sport dei redenti, dei coraggiosi, degli indomabili. Evenepoel ed Elisa, ciascuno a modo suo, hanno vinto molto più di una corsa. Hanno vinto una sfida con se stessi, con il dolore, con il destino.

Domenica si vola in Olanda, con l’Amstel Gold Race. Poi la Freccia Vallone e la Liegi-Bastogne-Liegi, dove le gambe e il cuore dei ciclisti conteranno più di tutto il resto. E noi, da bordo strada, non possiamo fare altro che applaudire e raccontare.

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