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Giulia Loffredo, la scoperta che cambierebbe tutto: cosa è emerso

Giulia Loffredo, la scoperta che cambierebbe tutto: cosa è emerso – A distanza di oltre tre settimane dalla morte della neonata di Acerra, ci sono ancora tante domande senza risposta. Ma il dubbio più grande è solo uno: Giulia Loffredo poteva essere salvata? La piccola morta nella notte fra il 15 e il 16 febbraio è arrivata in ospedale già in arresto cardiaco o ancora viva? I cani di famiglia, Tyson e Laika, cosa c’entrano in tutta la vicenda? (continua a leggere dopo le foto)

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Giulia Loffredo

Giulia Loffredo, la scoperta che cambierebbe tutto: cosa è emerso

Il pigiamino insanguinato che potrebbe appartenere alla bambina di 9 mesi deceduta ad Acerra non sarebbe stato rinvenuto nell’abitazione o nelle vicinanze, bensì in un cassonetto della clinica Villa dei Fiori, dove il padre aveva portato la piccola. Le indagini sono ancora in corso e gli inquirenti mantengono il massimo riserbo. Tuttavia il ritrovamento del capo d’abbigliamento ha portato a ipotizzare che il padre, prima di portare la figlia in ospedale, possa averla cambiata. Il 25enne, che attende di essere sentito dalla Procura di Nola al momento è l’unico indagato. L’accusa formulata nei confronti del papà di Giulia Loffredo è di omicidio colposo, in quanto, secondo i dettagli dell’incarico per l’autopsia, “in qualità di genitore responsabile della minore, ometteva di vigilare e custodire il cane pitbull che possedeva, il quale ha aggredito la bambina, causandole lesioni che hanno portato alla sua morte”. (continua a leggere dopo le foto)

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Acerra, Giulia Loffredo poteva essere salvata? Ritrovato pigiamino insanguinato in un cassonetto

Il 4 marzo scorso, il Tgr Campania aveva riportato la notizia del ritrovamento del pigiamino di Giulia Loffredo, che sarebbe stato trovato “tra i sacchetti dell’immondizia” prima di essere smaltito. Ma l’avvocato Luigi Montano, che assiste il padre della bambina, ha precisato che nei verbali di sequestro non risulta alcun riferimento a pigiami o tutine. Intervistato da TGR Campania, il procuratore Marco Del Gaudio ha confermato che le indagini quasi complete, ma serve tempo e prudenza. “Abbiamo fatto tutto quello che era necessario fare, stiamo attendo gli esiti delle attività di consulenza tecnica che per noi sono molto importanti, Ma non ne possiamo più con la questione delle indiscrezioni, io credo che dobbiamo fare tutti quanti una riflessione importante. Evidentemente non abbiamo ben compreso il senso della legge sulla presunzione di innocenza: i processi non si fanno con le indiscrezioni, non si fanno accusando l’indagato. Ci vuole tempo”, ha spiegato Del Gaudio.

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