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Il post-partita di Inter-Fiorentina non si è chiuso solo con polemiche arbitrali, ma con un episodio molto più grave: Moise Kean è stato bersaglio di pesanti insulti razzisti sui social. Un problema che non si è placato nonostante tutte le campagne di questi anni per evitare questi inqualificabili episodi.
Di nuovo #razzismo nel calcio italiano: Moise Kean della Fiorentina ha denunciato su Instagram diversi insulti discriminatori ricevuti da tifosi dell'Inter, dopo la partita di ieri sera tra le due squadre.
— Pallonate in Faccia @pallonateinfaccia.bsky.social (@pallonatefaccia) February 11, 2025
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L’attaccante viola ha deciso di rispondere pubblicamente, ripostando i messaggi ricevuti e commentando amaramente con la frase: “Ancora, nel 2025“. Purtroppo, per il giocatore è una situazione che si ripresenta, perché era accaduto già in passato.
Non è infatti la prima volta che Kean subisce episodi di discriminazione. Nel 2019, quando vestiva la maglia della Juventus, fu vittima di cori razzisti a Cagliari. All’epoca rispose con un’esultanza simbolica, a braccia aperte, accompagnata dal messaggio: “La mia esultanza è la risposta migliore contro il razzismo“.
Fiorentina, il comunicato della società
La società viola ha reagito con fermezza, pubblicando un comunicato su X in cui esprime piena solidarietà al suo giocatore e annuncia di aver segnalato gli autori degli insulti alle autorità competenti. La questione, quindi, potrebbe avere un seguito legale, con serie conseguenze per gli autori dei messaggi razzisti.
Il calcio, purtroppo, continua dunque a registrare episodi di becero razzismo, nonostante le campagne di sensibilizzazione e nonostante le sanzioni previste per chi si macchia di questo odioso crimine. E quel che è peggio, in questi giorni sono stati segnalati casi di questo genere persino nelle competizioni che vedono impegnati ragazzini di 13 o 14 anni.
Il gesto coraggioso di Kean, che ha scelto di esporre pubblicamente gli insulti ricevuti, riporta al centro del dibattito la necessità di azioni più incisive contro la discriminazione. Sia in campo, sia fuori dal campo, occorre applicare le regole che, in caso di insulti razzisti, prevedono anche la sospensione della gara e dure punizioni per i colpevoli.
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