Francesco Acerbi rientra nella categoria di giocatori che hanno espresso il massimo del loro potenziale con il trascorrere del tempo. Gli inizi della sua carriera hanno presentato alcune criticità, ma con l’avanzare dell’età si è evoluto in un difensore di alto livello. Acerbi rappresenta il prototipo di difensore ostico, ruvido. I suoi 193 cm di altezza lo rendono impeccabile nei duelli fisici e nelle battaglie aeree. Si distingue inoltre per le sue spiccate doti di leadership che lo hanno reso nel corso della sua carriera una figura di riferimento negli spogliatoi che ha frequentato. Ma andiamo a scoprire meglio la storia di Franceso Acerbi: la rivelazione della difesa dell’Inter. (CONTINUA DOPO LA FOTO)
Gli esordi
Francesco Acerbi nasce il 10 febbraio 1988 a Vizzolo Predabissi, un piccolo comune in provincia di Milano. Nella vita di paese sviluppa ben presto una forte passione per lo sport, in particolare per il calcio. I primi passi nel mondo del pallone li muove nella Voluntas Brescia, per poi arrivare nella stagione 2001-2002 al Brescia. Con la maglia del Pavia esordisce in Serie C1 nel 2006 a 18 anni, contro il San Marino.
Dopo un prestito al Renate ritorna a Pavia, viene ceduto in prestito alla Triestina e infine passa allo Spezia, dove gioca con la Primavera. Nella stagione 2008-2009 rimane al Pavia e gioca 22 partite, segnando due reti. Nel 2010 Acerbi si trasferisce alla Reggina: esordisce il Serie B e nel frattempo il suo cartellino viene rilevato dal Genoa. Il club ligure lo cede in compartecipazione al Chievo. Il 20 novembre del 2011, a 23 anni, è il giorno del suo esordio in Serie A a margine della vittoria ottenuta contro il Catania per 2-1. A marzo seguente sigla invece il suo primo gol nella massima serie contro il Siena, in un march terminato 1-1.
Il buio al Milan
Nel 2012 il Genoa riscatta l’altra metà del cartellino dal Chievo e cede Acerbi al Milan per una cifra intorno ai 4 milioni di euro. Fa il suo esordio con i rossoneri il 1º settembre in una partita vinta per 3-1 contro il Bologna. Mentre il 24 ottobre dello stesso anno debutta in Champions League contro il Malaga. Al Diavolo il difensore sopravvive poco e nella finestra di mercato invernale torna al Genoa, per poi essere ceduto in prestito al Chievo.
Per Acerbi il Milan rappresenta il culmine di una scalata infinita, partita lontanissimo – dalla C2 – e arrivata in Serie A in quattro anni. Il complicato periodo trascorso in rossonero viene ricordato così dal giocatore: “Ho sempre avuto bisogno di un avversario per dare il massimo, l’ho idealizzato per molto tempo nella figura paterna. Dopo la morte di mio padre sono precipitato e ho toccato il fondo. Ero al Milan, mi sono venuti a mancare gli stimoli, non sapevo più giocare. Mi sono messo a bere, bevevo di tutto“.
Acerbi e il tumore
Nell’estate del 2013 Acerbi si trasferisce al Sassuolo. Le visite mediche prima del ritiro estivo evidenziano delle anomalie da verificare. Dopo gli opportuni esami, il responso è devastante: tumore al testicolo. Viene operato d’urgenza all’Ospedale San Raffaele di Milano e torna a disposizione a settembre. Il recupero sembra essersi completato correttamente, ma a dicembre arriva la nuova mazzata. A Cagliari risulta positivo alla gonadotropina corionica. Si pensa al doping, ma gli esami evidenziano una recidiva e dunque il ritorno del tumore.
Questa volta Acerbi è costretto a stare lontano dai campi per il resto della stagione, sottoponendosi a un nuovo ciclo di cure, che debellano definitivamente la malattia e lo riportano in campo nell’estate del 2014. Diventa quindi un titolare inamovibile del Sassuolo, affidabile soprattutto per costanza e tenacia. La malattia – a sua detta – è decisiva per la sua maturazione: “Da allora ho smesso di avere paura. Avevo qualcosa contro cui lottare, un limite da superar. La malattia mi ha migliorato come persona, sono diventato più maturo e per me è un motivo di orgoglio. Non ho più paura e vedo con più chiarezza il mio futuro. Giocherò fino a 38 anni e poi farò l’allenatore. Sono uno come tanti, ma so cosa vuol dire il privilegio ma anche finire col culo per terra“.
La consacrazione
Nell’estate del 2018 Acerbi passa alla Lazio per circa 10 milioni di euro. E’ protagonista nella vittoria della Coppa Italia nella stagione 2018-2019 e nella vittoria della Supercoppa italiana il 22 dicembre 2019 contro la Juventus. E’ un periodo d’oro per lui, che macina partite su partite senza mai infortunarsi. Torna in nazionale chiamato da Roberto Mancini e il 15 novembre 2019 segna il suo primo gol in azzurro nella vittoria per 3-0 contro la Bosnia ed Erzegovina. E’ tra i convocati per l’Europeo, dove viene schierato come titolare nella gara degli ottavi contro l’Austria. Alla fine si laurea campione d’Europa al dopo la finale di Wembley, vinta ai rigori contro l’Inghilterra.
L’apice all’Inter
Con l’arrivo di Maurizio Sarri sulla panchina della Lazio, Acerbi finisce ai margini del progetto tecnico. Allo scadere del mercato estivo del 2022 passa all’Inter in prestito con diritto di riscatto e in panchina ritrova Simone Inzaghi, suo allenatore a Roma. Vince la Supercoppa italiana in nerazzurro battendo in finale il Milan per 3-0 e a maggio conquista anche la Coppa Italia, superando 2-1 in finale la Fiorentina. Il 10 giugno della stessa stagione è titolare nella sconfitta in finale di Champions League (1-0) contro il Manchester City. E’ infine protagonista e titolare nella vittoria dello Scudetto ottenuta al termine della stagione 2023-24.
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