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Motosport in lutto: è morto Giovanni Marelli, inventore della mitica “Alfa 33”


Il mondo del motorsport italiano dice addio a uno dei suoi protagonisti storici: l’ingegner Giovanni Marelli si è spento all’età di 84 anni. Classe 1940, Marelli è stato tra le figure chiave dello sviluppo delle auto da competizione di Alfa Romeo, in particolare della leggendaria Alfa Romeo 33, oltre che delle monoposto di Formula Indy. Laureato in ingegneria meccanica a Padova, ha intrapreso la sua straordinaria carriera nel mondo delle corse entrando in Ferrari nel 1967.

In Ferrari, Marelli si distinse subito seguendo il progetto della Dino nel reparto corse, lavorando sia in Formula 2 che nelle competizioni di montagna. Tra i suoi primi grandi successi, la vittoria alla Tasman Cup con il pilota Chris Amon, dove la Dino riuscì a battere la Lotus di Jim Clark. Il suo talento lo portò a seguire la Formula 1 fino agli anni Settanta, quando ricevette una chiamata che avrebbe segnato una svolta nella sua carriera.

L’allora presidente di Alfa Romeo, Giuseppe Luraghi, lo volle infatti al fianco di Carlo Chiti per rafforzare l’impegno del Biscione nelle competizioni. Fu l’inizio di una nuova avventura per Marelli, che si occupò dello sviluppo dell’Alfa Romeo 33 nel Campionato Prototipi e delle vetture turismo come la GTA e la GTAm, segnando una serie di successi memorabili. Sotto la guida di Marelli, l’Alfa Romeo 33 Stradale ottenne un impressionante record di 8 vittorie su 8 gare nel Campionato Sport Prototipi.

Anche nel mondo dei rally, il suo contributo fu determinante con vetture come l’Alfetta, capace di vincere il Campionato rally Gruppo 2 con il pilota Pregliasco, e il Campionato europeo con le GTAm. Marelli fu protagonista di un’epoca d’oro per il marchio, con risultati eccezionali in ogni categoria in cui l’Alfa Romeo gareggiava.

Giovanni Marelli, un grande innovatore

Il reparto corse Autodelta, dove lavorava, non si limitava alle competizioni, ma era cruciale anche per la sperimentazione e la produzione di nuovi modelli. Lo stesso Marelli raccontava: “Erano anni affascinanti ma anche complicati. L’Alfa con Luraghi si stava espandendo sempre più: stabilimenti in Sud Africa, presenza crescente in Europa e USA… le corse erano strategiche e per questo tutti erano impegnati”.

Innovazione e sperimentazione erano al centro della sua visione, come dimostrano i motori turbo e aspirati con cui lavorava, sempre alla ricerca di soluzioni all’avanguardia. Giovanni Marelli ha rappresentato una delle menti più brillanti del motorsport italiano, con una carriera che ha abbracciato decenni di evoluzioni tecniche e successi sportivi. Le sue intuizioni e il suo contributo allo sviluppo delle vetture Alfa Romeo rimangono parte della storia dell’automobilismo mondiale.

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