Michael Jordan è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi giocatori di pallacanestro di tutti i tempi. La sua carriera straordinaria con i Chicago Bulls ha lasciato un’impronta indelebile nella NBA e nel mondo dello sport. Tuttavia, la sua influenza si estende ben oltre il campo da gioco, abbracciando il mondo degli affari, della cultura popolare e dell’impegno sociale.
Le origini di Michael Jordan
Jordan è cresciuto a Wilmington, North Carolina, dove ha sviluppato la sua passione per il basket. Frequentò la Laney High School, dove inizialmente non riuscì a entrare nella squadra di basket della scuola. Determinato a migliorare, Jordan lavorò duramente e l’anno successivo entrò nella squadra, dimostrando rapidamente il suo talento. (CONTINUA DOPO LA FOTO)
Dopo il liceo, Jordan frequentò l’Università del North Carolina a Chapel Hill, dove giocò per i Tar Heels sotto la guida del coach Dean Smith. Nel 1982, Jordan segnò il canestro decisivo nella finale del campionato NCAA contro Georgetown, annunciandosi come una futura stella del basket. Dopo tre anni di college, Jordan dichiarò la sua eleggibilità per il Draft NBA del 1984.
Il periodo con i Chicago Bulls
Nel 1984, Michael Jordan fu selezionato come terza scelta assoluta dai Chicago Bulls. Fin da subito, Jordan dimostrò di essere un giocatore eccezionale, conquistando il premio di Rookie of the Year nella sua prima stagione. La sua capacità di segnare punti, la sua agilità e il suo atletismo lo resero una delle figure più entusiasmanti della lega.
Jordan continuò a migliorare nelle stagioni successive, ma fu solo con l’arrivo prima del coach Tex Winter e poi di Phil Jackson nel 1989 che i Bulls iniziarono a diventare una squadra dominante. Jackson sviluppò il “Triangle Offense“, un sistema che massimizzava le abilità di Jordan e dei suoi compagni di squadra, come Scottie Pippen. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)
Il periodo tra il 1991 e il 1998 fu caratterizzato dal dominio assoluto dei Chicago Bulls nella NBA, con Jordan come principale artefice dei successi della squadra. In questo periodo, i Bulls vinsero sei campionati NBA, con Jordan che fu nominato MVP delle finali in tutte e sei le occasioni. Il primo “three-peat” dei Bulls (vittoria di tre campionati consecutivi) iniziò nel 1991, quando sconfissero i Los Angeles Lakers di Magic Johnson nelle finali. Jordan si affermò come il miglior giocatore del mondo, dimostrando una combinazione unica di talento, determinazione e leadership. I Bulls continuarono a vincere i campionati nel 1992, battendo i Portland Trail Blazers, e nel 1993, superando i Phoenix Suns.
I ritiri e il ritorno in NBA
Nell’ottobre 1993, a sorpresa di molti, Jordan annunciò il suo ritiro dal basket. La decisione fu influenzata dalla morte tragica di suo padre, James Jordan Sr., che fu assassinato nel luglio dello stesso anno. Jordan decise di tentare una carriera nel baseball, lo sport preferito di suo padre, e firmò un contratto con i Chicago White Sox. Tuttavia, non riuscì a raggiungere lo stesso livello di successo nel baseball e dopo una breve parentesi, decise di tornare al basket.
Nel marzo 1995, Jordan annunciò il suo ritorno in NBA con le parole ormai celebri: “I’m back.” Nonostante un iniziale periodo di adattamento, Jordan tornò rapidamente al suo stato di forma migliore. Nella stagione 1995-1996, i Bulls stabilirono un record di 72 vittorie e 10 sconfitte, il miglior record nella storia della NBA fino a quel momento. I Bulls vinsero il campionato, battendo i Seattle SuperSonics nelle finali. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)
Jordan continuò a guidare i Bulls a due ulteriori campionati consecutivi, nel 1997 contro gli Utah Jazz e ancora nel 1998 contro gli stessi Jazz. Il canestro vincente di Jordan in Gara 6 delle finali del 1998 è uno dei momenti più iconici nella storia della NBA.
Dopo il sesto titolo con i Bulls, Jordan annunciò il suo secondo ritiro nel gennaio 1999. Tuttavia, nel settembre 2001, tornò nuovamente alla NBA, questa volta come giocatore e dirigente dei Washington Wizards. Sebbene non riuscì a replicare i successi ottenuti con i Bulls, Jordan dimostrò ancora una volta la sua straordinaria abilità e competitività.
Jordan si ritirò definitivamente nel 2003, lasciando un’eredità indelebile nel mondo del basket. Al momento del suo ritiro, Jordan era il terzo miglior marcatore di tutti i tempi nella NBA e deteneva numerosi record.
Cosa fa oggi Michael Jordan?
Oltre ai suoi successi sportivi, Michael Jordan ha avuto un impatto significativo anche fuori dal campo, attraverso le sue iniziative imprenditoriali, il suo impegno filantropico e la sua influenza culturale.
Una delle aree in cui Jordan ha avuto un impatto notevole è il mondo degli affari. La sua partnership con Nike ha rivoluzionato il marketing sportivo e ha creato uno dei brand più iconici della storia, il marchio Air Jordan. Lanciata nel 1984, la linea di scarpe Air Jordan è diventata un fenomeno culturale e commerciale, generando miliardi di dollari di entrate.
Oltre al suo successo con Nike, Jordan ha investito in vari settori, tra cui il settore immobiliare e le bevande. Nel 2010, è diventato il principale proprietario dei Charlotte Hornets, dimostrando la sua continua influenza nel mondo della NBA. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)
Jordan ha utilizzato la sua fama e le sue risorse per sostenere numerose cause filantropiche. Ha donato milioni di dollari a organizzazioni che lavorano per migliorare l’istruzione, la salute e il benessere delle comunità svantaggiate. Nel 2020, Jordan ha annunciato una donazione di 100 milioni di dollari in dieci anni a organizzazioni impegnate nella lotta contro l’ingiustizia razziale e sociale.
La serie documentaria “The Last Dance”, trasmessa nel 2020 su Netflix, ha riportato Jordan sotto i riflettori, raccontando la storia della sua carriera e del suo ultimo campionato con i Bulls. La serie ha avuto un enorme successo, confermando ancora una volta il fascino duraturo di Jordan.
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