La sera del 26 gennaio 2023, Anna aveva deciso di andare a cena fuori insieme al suo fidanzato in un locale vegano di Milano. Per dolce, la 20enne aveva ordinato un Tiramisun con marchio Mascherpa. Tuttavia, dopo i primi cucchiaini, la ragazza ha iniziato a star male. Anna è stata subito portata in ospedale ed è morta dopo 10 giorni di coma, il 5 febbraio 2023. Sul caso è stata aperta un’indagine per omicidio colposo. Cos’è successo alla ragazza? (Continua dopo le foto)
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Milano, Anna Bellisario morta per un tiramisù: cos’è successo
Anna Bellisario era fortemente allergica alla proteina del latte. Per questo motivo stava molto attenta a tutto ciò che mangiava. Anche quando ha ordinato il tiramisù aveva chiesto espressamente se ci fosse la presenza di tracce di lattosio o suoi derivati e il personale l’aveva rassicurata. Tuttavia, purtroppo, qualcosa è andato storto. Già da subito, Anna ha iniziato ad accusare i primi sintomi di una reazione allergica. Nonostante l’antistaminico al cortisone, è andata in shock anafilattico. La 20enne è poi deceduta il 5 febbraio all’ospedale San Raffaele. (Continua dopo le foto)
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Caso Anna Bellisario, due titolari a processo
Rischiano il processo i responsabili, madre e figlio, della Glg srl, la ditta milanese dove era stato prodotto il tiramisù che ha provocato la morte di Anna Bellisario. La Procura di Milano ha chiuso le indagini sul caso e gli inquirenti richiederanno il processo per i responsabili della Glg srl, l’azienda produttrice del “Tiramisun”, Giuseppe Loiero e sua madre Giovanna Anoia accusati di omicidio colposo. È stata chiesta l’archiviazione, invece, per il titolare del ristorante vegano e per i produttori degli altri alimenti consumati dalla giovane quella sera. (Continua dopo le foto)
Le gravi mancanze della Glg srl
Come è emerso dagli atti, alla Glg srl si “preparavano i prodotti vegani e non vegani nello stesso ambiente, in contemporanea e sullo stesso tavolo”. Questa era solo una delle criticità riscontrate nella ditta milanese. Si confondeva nella produzione di dolci l’uso di “preparati di origine animale”, come il mascarpone, e di “ingredienti di origine vegetale”. Poi, chi lavorava nel laboratorio non aveva una “formazione adeguata” tanto che un dipendente aveva seguito solo un “corso di carattere generale” di quattro ore sull’igiene, riporta Il Giorno.