Il 3 Ottobre 2023 si è verificato un incidente mortale a Mestre. Sono state tutte identificate le 21 vittime dell’incidente stradale, dove un pullman è precipitato da un cavalcavia. Stando ai dati della prefettura di Venezia, si tratta di nove cittadini ucraini, quattro romeni, tre tedeschi, due portoghesi, un croato, un sudafricano e un italiano. Quest’ultimo è Alberto Rizzotto, 40 anni, conducente del bus. Ora, dopo quasi un mese d’indagini, sono venute fuori delle novità riguardanti l’autista che strasportava i vari turisti. Vediamo nel dettaglio che cosa hanno scoperto. (Continua a leggere dopo la foto)
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Incidente di Mestre, la scoperta sull’autista che cambia tutto
L’autopsia sul corpo di Alberto Rizzotto, l’autista dell’autobus volato dal cavalcavia Superiore di Marghera a Mestre il 3 ottobre causando 21 morti (Rizzotto compreso) e 15 feriti, non ha evidenziato tracce di malori. Ma gli accertamenti sul cuore che la procura ha conferito ieri mattina – e che dovranno tramutarsi in una relazione da depositare entro il 10 gennaio – si sono resi necessari da un esame del quadro clinico del quarantenne autista. Come riportato da Leggo, è emerso infatti che nelle settimane prima della strage del cavalcavia, Rizzotto avesse avuto diversi accessi ai Pronto soccorso lamentando problemi cardiaci. Per questo la sostituto procuratore Laura Cameli ha chiesto alla cardiologa dell’Università di Padova, Cristina Basso, un nuovo sezionamento del cuore dell’autista per evidenziare cause o concause di carattere cardiopatologico in un malore o nel decesso di Rizzotto. Anche attraverso l’analisi della stessa cartella clinica dell’uomo.
Ieri, 6 Novembre 2023, al conferimento dell’incarico in procura, erano presenti anche i difensori delle parti, a cominciare dai tre indagati – l’ad di La Linea, Massimo Fiorese, e i tecnici del Comune, Roberto Di Bussolo e Alberto Cesaro – che hanno nominato dei loro consulenti. Per i due tecnici comunali, assistiti dagli avvocati Paola Bosio, Giovanni Coli e Barbara De Biase, ci sarà il cardiologo Giuseppe Tarantini. Per Fiorese il dottor Giovanni Di Salvo, mentre l’avvocato Francesco Stilo, legale della famiglia dell’autista, ha nominato il professor Gaetano Thiene, uno dei primi cardiologi a indagare sulle morti invisibili, a partire dalle morti bianche dei neonati in culla. (Continua a leggere dopo la foto)
Nuove indagini più dettagliate
Dal 28 novembre, data in cui il cuore verrà sezionato di nuovo, gli esperti avranno tre mesi di tempo per capire se ad innescare la strage del 3 ottobre sia stato un malore del conducente. Poi nelle prossime settimane la procura conferirà una nuova consulenza meccanica sul semiasse inferiore risultato rotto a una prima analisi. Infine, come riportato da Leggo, lo schianto ha causato un buco nella barriera di protezione, che comunque ha retto, dove si sono incastrati anche alcuni bulloni della ruota. Un secondo impatto ancora visibile sul guardrail, c’è stato due metri più avanti, poi il bus ha scarrocciato per una cinquantina di metri. A causare la caduta, il varco di servizio che interrompe le barriere, e il fatto che il bus abbia inforcato il punto dove ricomincia il guardrail, alto 50 centimetri. Su questo e sul perché fosse ancora in quello stato è in corso la super-consulenza della procura.