A Cartagena, in Colombia, si è aperta formalmente la Copa America 2020 con il sorteggio dei due gironi. Sono molte le novità della competizione che comincerà il 12 giugno allo stadio Monumental di Buenos Aires con l’incontro tra Argentina e Cile.
In contemporanea con gli Europei
Dopo aver giocato l’ultima edizione dispari nell’estate del 2019 in Brasile, la Conmebol, l’organo di controllo del calcio sudamericano, ha deciso di far disputare la coppa in contemporanea con gli Europei, con cadenza quadriennale. Curioso constatare come le date di Europei e Copa America siano identiche: partita inaugurale il 12 giugno e finale il 12 luglio.
Edizione rivoluzionaria
Ma non si tratta dell’unica novità. Si tratterà della prima edizione giocata in due paesi: Argentina e Colombia. La nuova formula prevede inoltre una divisione geografica delle selezioni in due gironi da sei squadre. Il gruppo A raggruppa le nazionali del Sud ed è composto da Argentina, Bolivia, Uruguay, Cile, Paraguay e Australia (nazionale invitata). Il gruppo B invece quelle del Nord: Colombia, Brasile, Venezuela, Ecuador, Perù e Qatar (nazionale invitata). Passano ai quarti di finale a eliminazione diretta le prime quattro classificate di ogni gruppo.
Subito le super sfide
Questa divisione darà vita fin da subito a partite molto avvincenti, soprattutto nel gruppo A. Si comincia proprio con una di queste: Argentina-Cile. I padroni di casa, favoriti per la vittoria finale ma a secco di trofei dal 1993, contro i cileni, campioni nel 2015 e nel 2016 (nell’edizione Centenario). Molto interessante anche il turno successivo con il ‘Clásico del Río de la Plata’ tra Argentina e Uruguay. Equilibrata anche la partita tra la Celeste e i cileni nella terza giornata del girone.
Girone un po’ meno avvincente quello dei campioni in carica del Brasile, anche se di fronte si troveranno i padroni di casa della Colombia e l’ultima finalista della competizione, il sorprendente Perù, nazionale che dopo anni di anonimato sta ritrovando una squadra competitiva (vedi la qualificazione ai Mondiali di Russia 2018 dopo 36 anni di assenza).
Le favorite
Le squadre favorite sono l’Argentina e il Brasile. La nazionale albiceleste non vince un trofeo internazionale da più di 25 anni e per Leo Messi, a 33 anni, potrebbe essere l’ultima occasione per alzare al cielo una coppa per il suo Paese dopo aver perso le finali di Copa America del 2007, 2015 e 2016 e la finale dei Mondiali del 2014. Il Brasile invece, dopo aver trionfato nella scorsa edizione casalinga, cerca conferme per una squadra che non convince ancora del tutto e che è lontana parente di quella da ‘joga bonito’ esportata come eccellenza in tutto il mondo nel primo decennio degli anni Duemila.
Le possibili sorprese
Un passo più indietro c’è il trio formato da Uruguay, Cile e Colombia. La squadra con più storia ed esperienza è sicuramente l’Uruguay, seguita a ruota da un Cile che sta vedendo invecchiare i cardini di una generazione che ha portato le prime storiche vittorie internazionali (Vidal e Sanchez i fiori all’occhiello). La Colombia è invece una selezione zeppa di talento che però non è mai riuscita a fare il salto di qualità. Giocherà in casa e la finale si disputerà a Baranquilla, uno stimolo per bissare l’unico successo continentale che risale al 2001.
Da non sottovalutare il Perù, tornato a giocare su ottimi livelli negli ultimi anni, mentre non dovrebbe impensierire più di tanto il Paraguay, squadra sempre ostica ma lontana dai livelli delle ultime edizioni (quarta nel 2015 e finalista nel 2011).
Uruguay re di Coppe
Ripassando un po’ di storia della competizione si scopre che il Brasile 5 volte campione del mondo arranca nel proprio continente. I verdeoro hanno vinto ‘solo’ 9 volte il trofeo, l’ultima volta nel 2019. A dominare invece c’è la nazionale di un paese di 3,5 milioni di abitanti: l’Uruguay con i suoi 15 trionfi, l’ultimo nel 2011. Dietro la selezione celeste ci sono gli argentini, con 14 affermazioni, l’ultima nel 1993. Seguono Paraguay, Perù e Cile con due coppe a testa e Colombia e Bolivia con un solo successo.