Garlasco, nuovo colpo di scena: la notizia sul dna sotto le unghie di Chiara – Una recente relazione firmata dalla perita nominata dal Tribunale di Pavia, Denise Albani, introduce una significativa novità nelle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi. Nel documento, corredato da dati tecnici e percentuali, si afferma che il Dna ritrovato sotto le unghie della vittima è «compatibile» con una specifica persona. Per quanto riguarda la linea maschile ereditaria, il livello di corrispondenza risulterebbe «molto elevato». Queste conclusioni riprendono le valutazioni espresse tempo fa dal consulente della procura Carlo Previderé, ma sono ora supportate da una metodologia innovativa basata sulla biostatistica, che ha consentito di esaminare materiale genetico precedentemente considerato inutilizzabile.

Garlasco, nuovo colpo di scena: la notizia sul dna sotto le unghie di Chiara
La nuova relazione contraddice le valutazioni espresse in passato dal perito della Corte d’Appello, Francesco De Stefano, che aveva escluso la possibilità di analizzare il campione biologico. Anche il genetista Ugo Ricci, consulente di Alberto Stasi, aveva lavorato su quello stesso profilo, formulando tesi analoghe a quelle oggi confermate dalla perita Albani. La relazione sarà depositata entro il 5 dicembre alla giudice Daniela Garlaschelli, mentre dal 18 dicembre si riuniranno esperti e consulenti per esaminare i risultati. L’indagine è condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, sotto la direzione del procuratore Fabio Napoleone e dell’aggiunto Stefano Civardi, che da mesi rivedono ogni elemento tecnico.


Analisi del Dna: chi è coinvolto nelle nuove indagini
Il punto centrale riguarda la possibilità di esaminare un Dna ritenuto per anni troppo degradato e insufficiente. I nuovi test hanno identificato 12 marcatori genetici validi su 16, un numero considerato sufficiente per una comparazione affidabile. È stata inoltre rilevata la presenza minima di un secondo profilo genetico, ma la quantità non consente di stabilirne caratteristiche o origine. Si tratta di un Dna di tipo Y (linea paterna) e non mitocondriale; questo significa che la scienza non può identificare con certezza un individuo, ma la linea maschile risulta coerente con quella della famiglia Sempio, secondo le analisi biostatistiche. Questa metodologia, oggi standard a livello internazionale, non era disponibile nel 2014, come ricostruisce «Il Corriere della Sera».
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