x

x

Vai al contenuto

Padel vs tennis: racchette, campo e tattica a confronto

Padel a Jeddah in Arabia Saudita

Molti giocatori arrivano al padel dal tennis aspettandosi uno sport simile, se non una sua versione semplificata. Ma chi comincia a giocare seriamente scopre presto che le differenze tecniche, tattiche e persino biomeccaniche tra i due sport sono profonde. Il padel non è un tennis “ridotto”, ma una disciplina autonoma, con logiche diverse, strumenti diversi e un’interazione unica tra campo, pareti e colpi. Analizziamo nel dettaglio gli elementi fondamentali che distinguono in modo significativo il padel dal tennis.

Differenze tra racchette e impatto sul colpo

La racchetta da padel non ha corde ed è in materiale composito, con una superficie forata e uno sweet spot decisamente diverso rispetto a quello di una racchetta da tennis. Questa struttura influisce direttamente sulla meccanica del colpo. L’assenza di corde elimina il fenomeno del “trampolino” tipico del tennis, riducendo il rimbalzo e obbligando il giocatore a generare potenza principalmente tramite rotazione del busto, velocità del polso e corretto timing d’impatto.

Una racchetta più rigida (carbonio 12k o 18k, per esempio) offre maggiore controllo e potenza per un giocatore avanzato, ma può risultare difficilmente gestibile per un principiante. Una racchetta in fibra di vetro, più elastica, aiuta invece chi sta iniziando a trovare sensibilità nei colpi difensivi e nelle uscite di parete.

Una volée di contenimento nel padel richiede una superficie che assorba l’energia dell’avversario, mentre nel tennis la stessa volée viene spesso giocata con un movimento più netto in avanti. Nel padel, invece, la racchetta “accompagna” la palla con un impatto più corto e un finale più morbido. Allo stesso modo, un bandeja o una víbora esistono solo nel padel perché la racchetta permette un controllo verticale e laterale della palla impossibile con una racchetta da tennis.

La geometria e il peso della racchetta determinano non solo la potenza, ma anche la predisposizione agli infortuni. Una racchetta troppo pesante o troppo rigida può aumentare il rischio di epicondilite, mentre una più morbida può aiutare a prevenire sovraccarichi, soprattutto nelle prime fasi dell’apprendimento. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Racchette di padel
Tre racchette di padel da professionista (Photo by Alfonso Duran for The Washington Post via Getty Images)

Misure del campo e uso delle pareti

Il campo da padel è molto più piccolo di quello da tennis: 20 metri per 10, con pareti che fanno parte integrante del gioco. Questa singola differenza cambia completamente le dinamiche tattiche e tecniche. Le pareti permettono di “rianimare” colpi altrimenti vincenti: una palla che in tennis sarebbe punto chiuso, nel padel rimbalza sul vetro e torna giocabile. Questo obbliga a una lettura continua della traiettoria e a una gestione dello spazio quasi tridimensionale.

Un’uscita di parete ben fatta non è una semplice risposta difensiva, ma può trasformarsi in un colpo d’attacco se eseguita con anticipo e gambe attive. Un giocatore esperto sa leggere l’angolo del rimbalzo e posizionarsi prima della palla, utilizzando una preparazione minima e un impatto pulito. Nel tennis, un colpo che ti supera è quasi sempre punto perso, nel padel diventa un’opportunità di contrattacco.

Le misure ridotte del campo favoriscono scambi più rapidi, rotazioni costanti delle posizioni e una maggiore necessità di comunicazione con il compagno. Inoltre, il padel premia chi sa gestire le traiettorie lobate: un lob alto e profondo contro il vetro di fondo può rompere la pressione avversaria e permettere di prendere la rete. È una soluzione molto più strategica che nel tennis, dove il lob è quasi sempre un colpo “di emergenza”. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Gara amatoriale di padel negli Usa
Gara di padel sulla spiaggia a Miami al MacArthur Causeway (Photo by Alfonso Duran for The Washington Post via Getty Images)

Differenze nel sistema di punteggio

Il punteggio del padel è identico a quello del tennis, anche se la sua applicazione pratica porta a una dinamica completamente diversa. Nel padel, infatti, la frequenza degli errori gratuiti è inferiore: le pareti prolungano gli scambi, e la rete è più facile da contestare con aerei e contro-volée. Questo fa sì che ciascun punto abbia un peso maggiore sulla psicologia del match.

La differenza più importante è che nel padel il servizio non è un’arma risolutiva come nel tennis. Si serve lateralmente, con palla fatta rimbalzare sotto la cintura, e la velocità del colpo è limitata. Questo crea punteggi molto meno dipendenti dal servizio, tanto che il break è frequente e spesso decisivo.

Un 40-15 nel tennis è una situazione in cui chi serve ha ancora un grande vantaggio statistico. Nel padel, quel 40-15 può sfumare in pochi secondi con due bandejas mal eseguite, un’uscita di parete in rete e un errore sulla volée bassa. Il punteggio è lo stesso sulla carta, ma il modo in cui si sviluppa è completamente diverso.

Inoltre, nei tie-break la presenza delle pareti rende difficile chiudere i punti rapidamente, aumentando la pressione sulle scelte tattiche. Un punto costruito male si paga subito, soprattutto quando gli avversari sono bravi a riconquistare la rete. (CONTINUA DOPO IL VIDEO)

Tattiche base del padel rispetto al tennis

Dal punto di vista tattico, padel e tennis hanno filosofie quasi opposte. In tennis vincere da fondo campo è la norma; nel padel, rimanere dietro è quasi sempre sinonimo di difficoltà. Il principio fondamentale è semplice ma non banale: vince chi prende e mantiene la rete.

Raggiungere la rete non è sufficiente e bisogna saperla difendere. Ecco perché il padel è uno sport fortemente basato su concetti tattici e geometrici. Una coppia esperta usa bandeja, vibora, volée e blocchi per controllare la profondità e impedire agli avversari di contrattaccare.

Nel tennis un passante vincente è un colpo diretto, spesso giocato sulla linea. Nel padel, puntare la linea è rischioso: è più efficace a volte tirare un passante che rimbalzi basso allo spigolo del vetro laterale, costringendo gli avversari a un’uscita complicata. Allo stesso modo, un lob ben calibrato non serve a “scappare dall’attacco”, ma è un vero colpo d’attacco, perché supera la coppia rivale e permette di prendere la rete.

Nel padel, la strategia ruota più sul movimento e sul posizionamento che sulla forza del colpo. L’obiettivo non è necessariamente colpire forte, colpo che facilita in alcuni casi l’avversario, quanto piuttosto far muovere costantemente la coppia avversaria, spostandola da un lato all’altro del campo per aprire spazi centrali sfruttabili. Le diagonali, giocate con calma e precisione, diventano strumenti fondamentali per creare opportunità, mentre l’alternanza di velocità e altezza dei colpi costringe gli avversari a continui adattamenti, aumentando la probabilità di errori. Le pareti diventano quindi veri alleati, un compagno invisibile con cui costruire traiettorie imprevedibili e rompere i ritmi dell’avversario. In questo sport, la pazienza e la strategia contano più della potenza immediata, e chi sa leggere il gioco e muovere correttamente gli avversari riesce a ottenere il massimo controllo del punto. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Pro Padel League's City's Cup Finals
NEW YORK, NEW YORK – OCTOBER 19: Federico Chingotto, Agustín Tapia, and Jairo Bautista play during the Pro Padel League’s City’s Cup Finals at Hammerstein Ballroom on October 19, 2025 in New York City. (Photo by Arturo Holmes/Getty Images for Pro Padel League)

Infortuni tipici e prevenzione

Gli infortuni nel padel sono diversi da quelli del tennis perché la biomeccanica dei colpi e i materiali utilizzati cambiano radicalmente. La racchetta compatta aumenta i rischi a carico di polso, gomito e spalla: epicondilite, tendinite del sovraspinato e infiammazioni del polso sono le problematiche più comuni.

Il campo più piccolo e le pareti introducono anche un rischio diverso: movimenti brevi, improvvisi, con accelerazioni laterali che possono provocare lesioni a caviglie, adduttori e polpacci. Le uscite di parete giocare in ritardo, per esempio, portano spesso a torsioni improvvise del tronco che possono generare dolori lombari.

Un giocatore poco esperto che esegue una bandeja rigida, senza rotazione del busto e con il braccio troppo teso, dopo alcune settimane rischia un’infiammazione alla spalla. Un altro giocatore che atterra male dopo un salto a rete può subire una distorsione alla caviglia, soprattutto se usa scarpe non adatte o senza supporto laterale.

La prevenzione passa attraverso tre elementi chiave:

  • una racchetta coerente con il livello di gioco (rigida = più rischio, morbida = più controllo);
  • un lavoro di mobilità e rinforzo, soprattutto per spalla e caviglie;
  • un riscaldamento specifico che includa rotazioni, piccoli cambi di direzione, attivazione del core e mobilità del polso.

Il padel è uno sport accessibile a tutti, ma per giocarlo bene e senza farsi male serve conoscere la logica dei movimenti ed evitare gesti esagerati che imitano il tennis senza tener conto delle differenze strutturali.

Leggi anche:

Argomenti