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Sinner, dopo le accuse di Djokovic interviene Cahill: messaggio durissimo sui social

La tensione attorno al caso Clostebol è tornata a salire dopo le recenti dichiarazioni di Novak Djokovic, che da Atene, fresco del titolo numero 101, aveva criticato la gestione dell’intera vicenda. E soprattutto aveva pronunciato frasi sibilline, come fa a volte, che finivano per mettere in cattiva luce Jannik Sinner.

Il fuoriclasse serbo aveva definito la procedura “molto strana“, sottolineando come la sospensione fosse arrivata “tra gli Slam” e parlando di una “mancanza di trasparenza“. Pur dicendo di credere a Jannik, aveva aggiunto che “rimarrà una nuvola per tutta la carriera“, paragonandola al tema del Covid che ha accompagnato lui per anni.

Parole che hanno scosso l’ambiente e che hanno subito generato discussioni, anche per il riferimento alla presunta disparità di trattamento tra un top player e un atleta più indietro in classifica. Nelle ore successive è arrivata una risposta autorevole. Darren Cahill, supercoach di Sinner, ha ripubblicato una storia Instagram di Sven Groeneveld, con una citazione di Bill Bullard dal tono molto diretto. (continua dopo la foto)

L’opinione è davvero la forma più bassa di conoscenza umana. Non richiede responsabilità, né comprensione. La forma più alta di conoscenza è l’empatia, perché ci impone di mettere da parte il nostro ego e vivere nel mondo di un altro“. Un messaggio che, per tempistica e contenuto, sembra destinato a chi nelle ultime ore ha espresso giudizi pesanti.

Nessuna menzione diretta a Djokovic, ma il riferimento è apparso inequivocabile, soprattutto dopo la nuova ondata di polemiche. Sinner, che continua a mantenere un profilo sobrio e a evitare repliche pubbliche, non ha commentato. Ma il gesto del suo coach indica che il team non ha gradito il ritorno di fiamma mediatico.

La vicenda, chiusa ufficialmente dagli organismi competenti, continua dunque a riemergere ogni volta che qualcuno ci rimette mano. Un segnale che il clima attorno al campione azzurro resta delicato, mentre Cahill sembra aver scelto la via dell’empatia – ma anche una certa durezza, a modo suo – come risposta alle ultime critiche.

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