
La Serie A è in crisi di gol. Dopo appena sette giornate, il campionato italiano registra 40 reti segnate in meno rispetto alla passata stagione. Un dato clamoroso, reso ancora più evidente da un weekend desolante: nove gol in nove partite, una media da brividi. La sensazione è che le squadre non sappiano più attaccare difese schierate. O che il tatticismo esasperato impedisca lo spettacolo.
❌ appena 6 gol segnati in 8 partite fin qui in questa giornata di Serie A.
— Gianluigi Bagnulo (@GianluBagnu) October 19, 2025
📉 il record negativo (con la serie A a 20 squadre) è di 13 in 10 partite
🌏 nella stessa giornata in Premier League ne hanno segnati 25, in Bundesliga 33, in Ligue 1 addirittura 38. pic.twitter.com/pdrlubWidE
O si colpisce in verticale, come ha fatto l’Inter contro la Roma sfruttando un raro varco centrale attaccato da Bonny, oppure ci si arena in assedi sterili, con manovre orizzontali e pochissime invenzioni. Quando lo spiraglio arriva, come nel caso dell’Atalanta contro la Lazio, mancano lucidità ed energie per capitalizzare.
La qualità tecnica, o meglio la sua assenza, emerge con crudezza: le squadre della metà bassa della classifica, in questo turno, hanno realizzato solo due gol, firmati da Simeone e Gosens. Due reti in nove squadre: una statistica impietosa. (continua dopo la foto)

È vero che un campionato non si giudica solo dal numero dei gol, il celebre Juve-Inter 4-3 resta un monito per le amnesie difensive: ma è inutile negare che lo spettacolo sia una componente essenziale del prodotto calcio.
Con quattro 0-0 in un turno, la Serie A diventa difficile da vendere all’estero: i diritti tv non tirano, e il circolo vizioso è servito. Meno gol, meno appeal, meno ricavi. E con meno soldi, si fatica a comprare giocatori capaci di alzare il livello tecnico e riportare entusiasmo.
Il risultato è una classifica compressa: otto squadre in cinque punti, segno di equilibrio ma anche di sterilità offensiva. Solo Inter (+2) e Bologna (+4) hanno migliorato il bottino realizzativo rispetto all’anno scorso. Tutte le altre sono in calo: persino la Roma e il Como, pur con più punti in classifica, segnano meno. E perfino il Milan, oggi capolista solitario, ha realizzato quattro gol in meno rispetto alla partenza del 2024.
In casa rossonera la notizia positiva è il ritorno di Leao, autore del pareggio con un diagonale potente e del rigore decisivo che ha piegato la Fiorentina. Un dettaglio non banale: si è trattato del primo rigore in campionato calciato dal portoghese in sette stagioni al Milan, dopo l’unico precedente nel 2020 contro il Rio Ave in coppa. Un tabù infranto, forse simbolo di una rinascita personale e, chissà, anche collettiva. (continua dopo la foto)

Intanto, in testa, l’Inter continua a correre grazie alle punte di scorta, quelle che lo scorso anno le costarono il crollo finale. Intanto al Napoli, se Lukaku è fermo ai box, Hojlund ne sta raccogliendo l’eredità. In fondo alla classifica, Tudor entra ufficialmente in zona rischio. la sua Juve non segna nonostante l’enorme potenziale offensivo.
E mentre i giocatori migliori del torneo hanno età agli antipodi (Luka Modric e Nico Paz) la Serie A si interroga su come ritrovare i gol perduti. La sensazione è che servano idee nuove, non solo piedi migliori. Perché senza reti, il calcio italiano rischia di perdere non solo punti, ma anche la sua anima spettacolare e tanto denaro.
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