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Olimpia Milano e Virtus Bologna: chi ha le carte in regola per dominare in Europa?

La sfida tra Olimpia Milano e Virtus Bologna è un duello che, ormai da anni, attira l’attenzione di appassionati e addetti ai lavoro dentro e fuori in confini del basket italiano. Entrambe reduci da estati incandescenti sul mercato, i due club hanno messo attuato strategie differenti ma con lo stesso obiettivo dichiarato: competere ai massimi livelli in Eurolega e confermarsi come le realtà di riferimento in Italia. Milano ha puntato sulla continuità, rinforzando il proprio roster con innesti mirati e di grande esperienza internazionale, nella speranza di ritrovare stabilità dopo stagioni altalenanti. Bologna, invece, ha scelto di ringiovanire la squadra, arricchendo il gruppo con giocatori pronti a garantire profondità e fisicità. Due visioni differenti che riflettono le identità dei rispettivi allenatori: pragmatismo e controllo da un lato, energia e aggressività dall’altro. Il panorama europeo nel basket oggi è sempre più competitivo e la differenza la fanno dettagli come chimica e rotazioni. E allora chi tra Olimpia e Virtus riuscirà davvero a trasformare il potenziale in risultati concreti? (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Il nuovo ciclo Virtus

La Virtus Bologna si prepara ad affrontare la stagione 2025/26 con un roster rivoluzionato, frutto di una campagna estiva che ha segnato la fine di un ciclo e l’apertura di una nuova era. L’addio di uomini simbolo come Shengelia, Cordinier e Zizic ha lasciato un vuoto di esperienza e leadership, ma la dirigenza ha scelto di puntare su profili diversi: più giovani e con fame di crescere. I colpi di mercato non sono mancati: il più scintillante è quello di Carsen Edwards, miglior realizzatore dell’ultima Eurolega, chiamato a garantire punti e spettacolo. Al suo fianco, un giocatore elegante e da rilanciare come Luca Vildoza, che ritrova Ivanovic dopo anni complicati in Grecia. Dalla Lituania è arrivato Alen Smailagic, lungo capace di colpire anche da fuori, mentre le scommesse Derrick Alston Jr. e Karim Jallow aggiungono freschezza e versatilità sugli esterni. Interessante anche l’innesto di Aliou Diarra, protagonista all’AfroBasket con il Mali e prospetto che potrebbe crescere molto sotto la guida dello staff tecnico.

La spina dorsale italiana resta solida, con Hackett nel nuovo ruolo di capitano dopo il ritiro di Belinelli, Pajola pronto a confermarsi come leader difensivo e i giovani Niang e Diouf lanciati verso responsabilità importanti anche e soprattutto in Eurolega. Alle loro spalle Morgan, Taylor, Akele e Canka daranno profondità e soluzioni tattiche in LBA. Se da una parte questa nuova Virtus è sicuramente meno esperta rispetto allo scorso anno, potrebbe invece rivelarsi più affamata: un gruppo ringiovanito, con un’identità ancora da costruire ma con margini di crescita enormi. Se le scommesse americane si riveleranno vincenti e i giovani italiani sapranno confermarsi, i bianconeri potranno restare protagonisti in Italia e giocarsi le proprie carte anche in Europa.

Saliou Niang in campo
(Photo by Emanuele Cremaschi/Getty Images)

La rivoluzione dell’Olimpia Milano

Anche l’Olimpia Milano si presenta alla stagione 2025/26 con un roster profondamente diverso e con ambizioni che vogliono andare oltre i confini nazionali. Dopo un’annata deludente, la dirigenza ha scelto di rivoluzionare l’organico, puntando su innesti di alto profilo e su una profondità di rotazioni senza eguali in Europa. L’uscita di Nikola Mirotic pesa come un macigno, ma gli arrivi di Lorenzo Brown, Marko Guduric e Vlatko Čančar hanno dato nuovo entusiasmo a un gruppo che mira a tornare protagonista in Eurolega. Il nuovo playmaker spagnolo è chiamato a essere la vera stella del progetto, capace di dettare i ritmi e garantire leadership. Al suo fianco, Guduric porta l’esperienza di un campione continentale, mentre Zach LeDay rimane la colonna emotiva e tecnica nel reparto lunghi. Occhi puntati anche su Čančar, reduce dall’NBA, e su Josh Nebo, che ha recuperato dopo i problemi fisici che ne hanno condizionato l’ultima stagione.

La grande abbondanza sotto canestro – con Devin Booker, Bryant Dunston, Ousmane Diop e il recentissimo innesto di Leonardo Totè – offre a coach Ettore Messina un ventaglio di soluzioni unico, anche se la presenza di cinque centri puri solleva interrogativi sull’equilibrio complessivo. In compenso, il pacchetto esterni è più che solido: oltre a Shields, ci sono Armoni Brooks, reduce da un’annata sorprendente, e specialisti come Leandro Bolmaro, Stefano Tonut e Diego Flaccadori.

L’organico extralarge (17 giocatori effettivi) permetterà di gestire il doppio impegno senza sovraccaricare i big, ma imporrà anche scelte delicate sul turnover. In LBA l’obiettivo è di vincere tutto e riaffermarsi come forza dominante. In Eurolega, invece, la priorità è tornare ai playoff dopo tre stagioni di assenza: il traguardo minimo, con il sogno Final Four da seguire a tutti i costi con tenacia. Milano ha tutte le carte per provarci, ma tutto passerà dalla gestione della salute dei veterani e dalla costruzione di una chimica vincente.

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