
Il caso di Chiara Poggi a Garlasco si trova ancora al centro di nuove valutazioni scientifiche e giudiziarie. Le indagini proseguono tra accertamenti tecnici e ipotesi di contaminazione, mentre il tribunale si prepara a richiedere una proroga per completare l’incidente probatorio. La prossima udienza, fissata per il 26 settembre, vedrà il Tribunale di Pavia chiedere più tempo ai periti, il cui lavoro non è ancora giunto alla conclusione attesa per ottobre. Di conseguenza, l’intero procedimento subirà un inevitabile rinvio.

Le tracce genetiche sulle unghie: un nodo cruciale
Al centro delle verifiche rimangono le tracce genetiche trovate sulle unghie di Chiara Poggi. Nel 2014, la perizia del professor Francesco De Stefano non aveva identificato un profilo genetico chiaro. Due anni dopo, i genetisti della difesa di Alberto Stasi — condannato in via definitiva — ipotizzarono che quei frammenti potessero appartenere ad Andrea Sempio, oggi indagato. La procura di Pavia ha successivamente sostenuto questa pista, rendendo le tracce un elemento di forte discussione processuale.
Dubbi sulla contaminazione e mancanza dei dati grezzi
Uno degli ostacoli principali riguarda la possibilità che quelle tracce siano state contaminate. I dati grezzi delle analisi del 2014 non sono più recuperabili, rendendo difficile nuove comparazioni. Secondo fonti investigative, tutto il materiale utile sarebbe già stato inserito nella relazione originaria: il resto è andato irrimediabilmente perso.
Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva