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Inter, duro faccia a faccia fra Lautaro e Thuram: e ora si schiera anche Dumfries

In casa Inter si respira un’aria pesante. Lo spogliatoio è teso e diviso, le frizioni si moltiplicano, e il post-stagione senza trofei ha lasciato scorie che stanno venendo a galla. Le recenti uscite pubbliche e a mezzo social, i malumori in campo e fuori e i mancati risultati hanno portato a un punto di rottura interno che non può più essere nascosto.

È stato un confronto spinoso quello tra Lautaro Martinez e Marcus Thuram, un faccia a faccia che ha portato a galla malumori latenti e incomprensioni tecniche e caratteriali. L’argentino ha storto il naso per l’atteggiamento del compagno, ritenuto troppo passivo nella sconfitta con il Fluminense, arrivando a rimarcare pubblicamente la sua delusione.

Di contro, Thuram – sostenuto anche da Dumfries – ha replicato con una frase inequivocabile: “Le cose di squadra restino dentro la squadra“. Il francese, pur restando un punto fermo per la società (ha una clausola da 85 milioni), ha preso posizione nel botta e risposta che aveva coinvolto anche Calhanoglu, schierandosi con il turco e aggiungendo un “like” a un post di Hakan che ha fatto rumore. (continua dopo la foto)

L’atmosfera si è fatta incandescente, tanto che è stato necessario un colloquio chiarificatore tra Lautaro e Calha, e uno tra il capitano e Thuram martedì mattina. Il confronto tra i due attaccanti, avvenuto martedì mattina, è stato franco e diretto. I due hanno discusso a lungo, senza filtri, nel tentativo di ricucire lo strappo e ristabilire un equilibrio utile per il gruppo.

Non si è trattato di uno scontro, ma di un confronto serio tra due leader con visioni diverse sul finale di stagione. Lautaro ha spiegato le sue perplessità, Marcus ha ribadito il proprio impegno nonostante i problemi fisici. Il gelo si è sciolto, ma la fiducia reciproca va ricostruita. La sensazione è che servirà il campo, più che le parole, per riaccendere davvero l’intesa.

Il bilancio stagionale della ThuLa, dopo l’exploit dell’anno dello scudetto, è stato in parte deludente: 63 partite senza trofei e un rendimento alterno. Nella prima parte di stagione, è stato Thuram a brillare, mentre Lautaro anche a causa di una preparazione non completa ha faticato. Poi, da gennaio, la situazione si è ribaltata.

Entrambi hanno chiuso l’anno lontani dalla forma migliore: Lautaro ha dovuto fare i conti con un infortunio alla coscia e ha disputato una pessima finale con il PSG (come tutta la squadra peraltro), Thuram non ha quasi più segnato in campionato e nel Mondiale per club ha giocato poco e male a causa delle condizioni fisiche.

Il match con il Fluminense ha evidenziato tutti i limiti: Thuram in campo per necessità, ma lontanissimo da uno stato accettabile. Nessuno scatto, nessun tiro, nessun contrasto. Solo dopo la sua uscita Lautaro ha avuto due vere occasioni per pareggiare. Da lì è nato lo strappo. (continua dopo la foto)

A pesare durante la stagione, però, è stato anche il vuoto attorno a loro. Nessuna alternativa di livello, nessun vero cambio in attacco, una situazione pagata carissima tra Serie A e Champions. L’esplosione di Pio Esposito e l’arrivo di Bonny migliorano la situazione, ma forse non basteranno. Serve un segnale forte dalla dirigenza.

L’acquisto di Ederson in sostituzione del quasi sicuro partente Calhanoglu, per esempio, sarebbe un colpo capace di cambiare il morale e l’umore della truppa. Perché è proprio questo il punto: all’Inter, oggi, il pericolo più grande non è un diverbio tra due compagni, ma la sensazione che si possa ridimensionare il progetto tecnico. E questo fa paura molto più di qualsiasi sconfitta.

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