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Chi è Cooper Flagg, la prossima prima scelta NBA

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Cooper Flagg

Tra il 25 e il 26 giugno, a Barclays Center di Brooklyn si terrà il Draft NBA, la tradizionale cerimonia con cui le 30 squadre della lega di basket più famosa al mondo scelgono i loro prossimi giocatori. Quest’anno, la classe in entrata è particolarmente ricca di talento, e soprattutto in America c’è molta attenzione sui profili che la compongono: su tutti, l’osservato principale è Cooper Flagg, la praticamente automatica prima scelta in assoluto.

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Diciamo “praticamente” perchè, di fatto, non vi è una chiamata certa sino a che non viene pronunciata dal commissioner Adam Silver nella sera stessa del Draft. Ci sono, però, alcuni casi di talenti talmente debordanti da spazzare via ogni dubbio: LeBron James è stato uno di questi, così come Derrick Rose, John Wall e, in tempi più recenti, Victor Wambanyama. Flagg si inserisce in un filone di profili ritenuti in grado di spostare gli equilibri sportivi e mediatici dell’NBA, che vanno molto spesso di pari passo. Andiamo allora ad approfondire questo già celebrato talento.

Da dove arriva Cooper Flagg?

Ripercorriamo brevemente la storia recente di Cooper Flagg: sale agli onori della cronaca ancora quindicenne, quando vince il campionato statale con i Warriors della Nokomis High School, liceo della cittadina dove cresce: termina la stagione con 20 punti, 10 rimbalzi, 6 assist, quasi 4 rubate a 4 stoppate di media, statistiche che valgono a Flagg il premio di Maine Gatorade Player of the Year: è la prima matricola in assoluto ad essere eletto miglior giocatore liceale dello stato.

Ovviamente, tutte le grandi scuole rivolgono il loro sguardo al prodigio del Maine, che passa alla prestigiosa prep school di Montverde: le prep sono istituti del sistema scolastico americano che, grazie a molti fondi e ad un programma competitivo, sono in grado di offrire ai giocatori il contesto ideale per crescere e soprattutto la giusta vetrina per i college. Resterà comunque un eroe locale per la sua cittadina e per tutto il Maine.

Conclusa l’esperienza liceale, viene “arruolato” per qualche allenamento con la nazionale statunitense in vista delle Olimpiadi di Parigi: Flagg non è convocato per la manifestazione, ma c’è molta curiosità intoro alla sua figura. Darà prova di un livello già altissimo, ricevendo elogi di campioni del carico LeBron James e Kevin Durant. A novembre comincia la sua avventura a Duke, dove a gennaio 2025 sigla il record di punti di sempre per una matricola: 42 contro Notre-Dame. Arriverà sino alle semifinali del Campionato Nazionale, dove perderà contro Houston al netto di una grande prestazione (27 punti, 7 rimbalzi e 4 assist).

Come gioca Cooper Flagg?

Cooper Flagg è un profilo a tutto tondo, capace di impattare sia in attacco che, soprattutto, in difesa. Nella metà campo offensiva, Flagg dà sfoggio di un talento versatile e straordinario: ala di 206 cm estremamente mobile, è in grado di attaccare con tagli verso il canestro, portare palla fino in fondo, tirare dal mid-range e anche da tre punti. Nell’esperienza a Duke è stato impiegato molto nei pick-and-roll, espediente tattico che gli ha permesso di migliorare anche nelle spaziature.

Ma è soprattutto in difesa che Flagg dà prova di essere un giocatore fuori dal comune: ha una coordinazione occhio-mano che raramente si vede al college, un senso della posizione di alto livello, un grande atletismo e in particolare una verticalità che gli permettono di ostacolare al meglio gli avversari; a questo, si aggiunge un’eccellente capacità di coprire il campo anche switchando tra diversi avversari nel corso della stessa partita e, a volte, della tessa azione. Infine, anche nell’esperienza a Duke ha dato prova di essere un ottimo compagno di squadra, apprezzato per la capacità di non accentrare il possesso e di passare bene il pallone.

Perchè tutta questa attenzione su Cooper Flagg?

Intendiamoci, il ragazzo è un profilo straordinario, che abbiamo descritto nel dettaglio proprio per farne capire la valenza. Ma c’è anche un contesto storico da prendere in considerazione quando si parla di Cooper Flagg: questo è un momento non facile per l’NBA, che in patria avverte sempre di più la competizione con l’NFL, la lega professionistica di football americano. E per riavvicinare un popolo a sè, qualsiasi sport ha bisogno di simboli in cui il pubblico può identificarsi: ed è qui che entra in gioco Cooper Flagg, che non è solo molto forte e con un grande avvenire, ma è soprattutto americano.

Mettiamo bene le cose in chiaro: questo discorso non deve prendere in alcun modo una piega razzista, perchè non è questo il messaggio che una lega inclusiva e da sempre “globale” come l’NBA vuole far passare. È un dato di fatto, però, che un paese molto autoreferenziale come gli Stati Uniti inizi a soffrire la mancanza di un simbolo a stelle e strisce nel mondo del basket ora che LeBron James, Stephen Curry e Kevin Durant si stanno avviando al ritiro. In più, i grandi giocatori dell’NBA conosciuti anche all’estero sono tutti stranieri: Giannis Antetokoumpo, Nikola Jokic, l’ultimo MVP Shai Gilgeous-Alexander e, soprattutto, il prossimo grande freak dell’NBA Victor Wembanyama. Al draft 2024, per fare un altro esempio utile, le prime due chiamate sono state Zaccharie Risacher e Alexandre Sarr, entrambi francesi.

La comunità cestistica americana ha bisogno di nuovi eroi locali, dunque, e sebbene il principale deputato a raccogliere questo tipo di testimone da LeBron James sembri essere Anthony Edwards, è piuttosto naturale che Cooper Flagg abbia già assunto l’aura della “grande speranza” del paese dove il basket ha avuto origine.

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