
NBA, Oklahoma City, stanotte, ha acceso l’amplificatore e suonato un free jazz da urlo nella tana dei Wolves. Una sinfonia da postseason, con Shai Gilgeous-Alexander a dirigere l’orchestra: 40 punti, il suo massimo in questi playoff. Gara 4 è stata una battaglia leggendaria, ma i Thunder l’hanno spuntata di soli due punti in un finale degno di un thriller ad alta tensione. Adesso sono avanti 3-1 nella serie, e giovedì notte, a casa loro, possono chiudere i conti.
La miglior partita dei Thunder in questi playoff 2025. I Big 3 regalano spettacolo! Gilgeous-Alexander, Jalen Williams e Holmgren sono tutti in serata di grazia in attacco, Oklahoma City vince in volata Gara 4 a Minneapolis, ipoteca la serie e "vede" le Finals https://t.co/IBDSRi9pyv
— Riccardo Pratesi (@rprat75) May 27, 2025
Minnesota Wolves-Oklahoma City Thunder 126-128 (serie 1-3)
È una partita da antologia quella del Target Center, giocata sul filo dei nervi e delle emozioni. Oklahoma City, al netto di una difesa ballerina, mette in scena il miglior basket della sua postseason. Shai è inarrestabile, 40 punti, 10 rimbalzi, 9 assist (e pure 5 palle perse, va detto), ma soprattutto controllo assoluto dei momenti che contano. I
Insieme a lui brilla Jalen Williams, che chiude con 34 punti (13/24 dal campo e due triple nel finale da lasciare il segno), mentre Chet Holmgren mette 21 punti, 7 rimbalzi e 3 stoppate. I Big Three di OKC si prendono la scena: attacco spumeggiante, percentuali importanti (50% dal campo), e 19 rimbalzi offensivi.
La difesa invece non è proprio il massimo, i Wolves tirano col 51%, ma alla fine conta chi fa un canestro in più. Minnesota spreca, pasticcia, sbaglia. Fa 64 punti dalla panchina, tira 18/41 da tre, ma i protagonisti mancano all’appello.
Anthony Edwards gioca un primo tempo da fantasma (4 punti con appena 2 tiri tentati) e nella ripresa alterna giocate a scelte cervellotiche: chiude con 6 assist ma 5 perse. Julius Randle, invece, sembra aver smarrito il suo buon momento: irriconoscibile, confusionario, fa più danni che altro.
Coach Finch si dimentica Mike Conley in panchina e nel finale manca completamente una regia lucida. L’idea che basti correre e saltare per vincere in NBA viene smentita dalla realtà: la pallacanestro è lettura, freddezza, cervello. E i Thunder, da questo punto di vista, dominano.
NBA, per Oklahoma c’è il match point
Il primo quarto è un’esplosione: 37-30 Thunder, Shai già a quota 13, Wolves con 7 palle perse nei primi 12 minuti. Il pubblico si scalda quando parte il coro “mercante di tiri liberi” contro Gilgeous-Alexander, ma lui non si lascia distrarre. All’intervallo è 65-57 OKC: i cugini Shai e Alexander-Walker combinano per 32 punti, Edwards è ancora disperso.
Nel terzo quarto Caruso, titolare a sorpresa, mette la tripla del +11. Ma i Wolves rientrano: DiVincenzo pareggia a quota 79, poi Holmgren dà spettacolo con schiacciate e stoppate, fino al 90-85 alla terza sirena. Una bella rimonta da parte di Minnesota in una partita tiratissima.
Il finale è al cardiopalma: Holmgren schiaccia per il 109-100, Shai segna il libero del +2 a 8” dalla fine, poi combina un pasticcio perdendo palla, ma Randle sbaglia la rimessa disperata con 0.4 secondi da giocare. Game over.
Gara 5 è in programma tra 48 ore, nella notte italiana di giovedì 29 maggio (palla a due alle 2.30). Oklahoma City ha il match point in mano, davanti al proprio pubblico. Se Shai e soci giocano così, il volo verso le Finals è davvero vicino. I Wolves? Hanno bisogno di un miracolo. E anche di un po’ di cervello in più.
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