Ennesimo caso di violenza ai danni di una ragazzina di 13 anni. Un incubo per la giovane che passeggiava per le via catanesi insieme al suo fidanzato, venerdì 2 febbraio. Non erano nemmeno le otto di sera quando i ragazzi sono stati accerchiati e hanno stuprato la ragazza. Per la violenza di gruppo, i carabinieri hanno fermato sette egiziani. Quattro maggiorenni e tre minorenni, di età comprese tra i 15 e i 19 anni. Tutto il racconto della vittima.
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“Cosa mi hanno fatto”, il racconto della tredicenne
“Io e il mio ragazzo passeggiavamo tranquilli nella villa quando ci hanno accerchiati. Prima hanno iniziato a toccarmi, io gli dicevo di lasciarmi stare, anche il mio fidanzato che ha 17 anni gliel’ha detto non so quante volte. Allora abbiamo provato ad allontanarci, ma quelli ci hanno afferrato.” Con queste parole la ragazza di 13 anni, vittima di una violenza di gruppo, ha iniziato a raccontare i dettagli di quella orribile sera nella Villa Bellini. “Due hanno afferrato me, altri hanno preso il mio ragazzo. E ci hanno portati nei bagni della villa. È stato un incubo, non c’era nessuno a quell’ora. Io cercavo di liberarmi, anche il mio ragazzo provava a divincolarsi.” Erano 7 contro 2. Due dei minorenni fermati hanno violentato la ragazza, mentre i resto del gruppo hanno tenuto fermo il ragazzo e lo hanno costretto a guardare la scena. “Lui urlava, si disperava“, ha aggiunto la ragazza. (continua dopo la foto)
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La banda
Forse per paura di essere scoperti o perché i ragazzi smaniavano troppo, le vittime riescono a scappare e chiedere aiuto. “Siamo arrivati in via Etnea per chiedere aiuto. Alcuni passanti ci hanno soccorso, gli abbiamo detto cos’era accaduto. E hanno telefonato subito al 112, è arrivata pure un’ambulanza“. Il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, ha guidato l’indagine che si è conclusa in una giornata. I carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Piazza Dante e della stazione di Piazza Verga hanno individuato e fermato i sospettati.
Uno dei fermati ha deciso di collaborare e ha indicato il resto del gruppo. Tutti vivevano in una struttura di accoglienza da circa un anno. Uno di loro ha tentato la fuga ma ieri, è tornato alla dimora per prendere dei vestiti ed è stato fermato dai carabiniere. “Tutti gli stranieri si trovavano sul territorio nazionale poiché entrati in Italia da minorenni, e in forza della legislazione vigente, erano stati accolti in strutture. In ragione della minore età vige il divieto di espulsione con la possibilità del rilascio da parte della questura del permesso di soggiorno fino al compimento della maggiore età”, si legge da un comunicato congiunto delle due Procure. (continua dopo la foto)
Le parole di Giorgia Meloni su quanto è successo
La Premier Giorgia Meloni si trovava a Catania per la visita in città per la Gigafactory Enel ed è rimasta davvero sconvolta per ciò che è successo. “Mi ha colpito la notizia della tredicenne vittima di violenza e il fatto che sia avvenuta nel giorno in cui si celebra una martire della fede cristiana. Sono vicina alla famiglia, alla ragazza, al fidanzato. Voglio dire loro che lo Stato ci sarà e che sarà fatta giustizia”, ha detto la presidente. Le famiglie delle vittime hanno subito denunciato l’accaduto.
Per gli accusati si mette male, dopo che i difensori nominati d’ufficio hanno rinunciato al mandato. Contro di gli indagati, anche le prove dei rilevamenti scientifici effettuati dai carabinieri Ris di Messina, che hanno isolato alcune tracce biologiche, risalendo al profilo genetico di uno dei minori che ha violentato la tredicenne.