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Verso Euro 2024, la Nazionale di Spalletti ancora in chiaroscuro

Verso Euro 2024 Italia

Verso Euro 2024 Italia in chiaroscuro. E’ proprio questa la sensazione che la Nazionale ha trasmesso nel penultimo test pre-Europeo contro la Turchia ieri sera a Bologna. Se gli azzurri sono quelli visti al Dall’Ara – sebbene ci siano molte attenuanti e speranze di smentirsi – il percorso in Germania sarà particolarmente arduo per i campioni in carica.

Ma cosa ci ha lasciato la sfida contro Calhanoglu e compagni? Praticamente nulla, se non preoccupazioni: l’Italia è apparsa lenta, impacciata, un po’ bloccata, debole in tutti i reparti. La difesa ha fatto il suo dovere, ma la manovra è stata priva di armonia e velocità. Insomma, è mancato tutto, forse anche un po’ di voglia di mettersi in mostra in vista dei tagli che verranno comunicati con la lista ufficiale e definitiva. Unica nota positiva? Mancavano Barella e Scamacca, due giocatori che potrebbero alzare il livello. C’è da sperare che sia solo questo.

In realtà, la partita contro la Turchia ha detto anche altro. Per esempio, ha evidenziato il continuo declino di Jorginho. Il regista dell’Arsenal è apparso lento, poco presente nel gioco e mal supportato in una mediana a due con Cristante. Ai tempi della Nazionale campione d’Europa, Verratti garantiva un dinamismo che l’ex Napoli non ha mai avuto: oggi chi dovrebbe assumersi questo compito? Barella? Forse. O forse si dovrebbe considerare con attenzione il ruolo di Fagioli, un giocatore con meno esperienza ma più vivace.

Anche sugli esterni è mancata vivacità: Orsolini ha deluso (meglio Cambiaso e, dall’altro lato, Zaccagni), Chiesa sembra sempre in bilico tra voler spaccare il mondo da solo e il talento che dovrebbe essere. Retegui ha fatto il suo, ma non è un centravanti di manovra (a differenza di Raspadori, che però è certamente meno centravanti) e non ha le qualità assolute di Scamacca (destinato quindi a una maglia da titolare). Gli altri, in generale, non hanno brillato: né Pellegrini né Cristante, né Di Lorenzo né Dimarco (che passando dalla linea a tre a quella a quattro perde molto, dovendo fare il terzino e non il quinto di centrocampo). Certo, a dieci giorni dall’Europeo c’è anche un po’ di paura a spingere troppo, rischiando infortuni. Ma è tutto qui? Domenica contro la Bosnia, già battuta pesantemente dall’Inghilterra, avremo la prima, grande risposta.