Vanessa Ballan sarebbe stata uccisa lo scorso 19 dicembre dal suo amante, il 41enne kosovaro Bujar Fandaj. Egli è stato arrestato subito dopo l’omicidio e si è sempre rifiutato di parlare. A distanza di un mese dal terribile gesto, però, il killer di Vanessa ha deciso di parlare con i pm dell’omicidio. Le sue dichiarazioni potrebbero ricostruire per intero la vicenda. (Continua…)
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Vanessa Ballan uccisa dal suo amante
È passato circa un mese dalla tragica morte di Vanessa Ballan. La donna sarebbe stata uccisa da Bujar Fandaj, 41enne kosovaro amante della donna. Vanessa, quando è stata uccisa, era incinta. Secondo l’autopsia, la donna era tra l’ottava e la decima settimana di gestazione. Sarà fondamentale capire a chi appartenesse il bambino. La gravidanza, infatti, potrebbe essere stata la “miccia” che ha fatto scatenare la furia omicida del 41enne kosovaro. Al momento però sono solo ipotesi. Le indagini proseguono senza sosta. (Continua…)
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La ricostruzione
Secondo quanto ricostruito, Vanessa Ballan aveva lasciato l’amante la scorsa estate, ma lui aveva cominciato a tormentarla. Bujar Fandaj l’aveva addirittura minacciato di rivelare tutto al marito se non avesse avuto altri rapporti sessuali con lui. Il 25 ottobre scorso, il 41enne kosovaro aveva inviato un video inequivocabile a Nicola Scarpinello e Vanessa a quel punto aveva deciso di raccontare tutto e di denunciarlo. Subito dopo, però, si sarebbe scatenata la furia omicida del kosovaro. (Continua…)
Il killer di Vanessa ha deciso di parlare
Bujar Fandaj, arrestato lo scorso 19 dicembre subito dopo aver ucciso Vanessa Ballan, è rimasto in silenzio fino a oggi. L’uomo è accusato di omicidio volontario aggravato. Nel frattempo, però, sarebbe cambiata la strategia difensiva del suo legale. Quasi un mese dopo, infatti, l’uomo avrebbe deciso di collaborare, come comunicato alle avvocate Chiara Mazzocato e Daria Bissoli. L’interrogatorio è stato fissato per il prossimo 30 gennaio. Le due avvocatesse hanno rinunciato alla richiesta di scarcerazione che era stata precedentemente presentata, appellandosi ad alcune falle nell’impianto accusatorio.