Dodici anni dopo l’incidente sugli sci a Méribel, attorno alla figura di Michael Schumacher emergono notizie non positive. A parlare è Richard Hopkins, ex dirigente Red Bull e McLaren, che a Sport Bible ha confessato un forte disagio nel discutere del sette volte campione del mondo: “Dubito che potremo rivedere Michael in pubblico“. Una frase che pesa, in un clima in cui la famiglia ha sempre difeso la riservatezza come unico scudo possibile.
25 novembre 2012 – Michael #Schumacher e l’ultima curva di un’era
— Diego Catalano (@diegocatalano77) November 25, 2025
13 anni fa, a #Interlagos, il fuoriclasse tedesco salutava la Formula 1 chiudendo con discrezione un’era irripetibile#KeepFightingMichael #F1 #OnThisDay https://t.co/hV8Hb6VNBd
Hopkins ha spiegato che Schumacher è seguito da un medico finlandese, il suo medico personale, ma ha sottolineato che tutto ciò che dice non è frutto di rivelazioni, bensì di timori: “Non appartengo alla sua cerchia più intima“. La moglie Corinna continua a custodire ogni dettaglio, mentre solo pochi fidati possono accedere alla casa svizzera dove Michael prosegue le cure. (continua dopo la foto)

L’ex dirigente ha chiarito che lui non fa parte di quel gruppo selezionatissimo che include figure storiche come Jean Todt, Ross Brawn e Gerhard Berger. “Anche conoscendo bene Ross Brawn”, ha raccontato, “non credo che parlerebbe delle condizioni di Michael nemmeno davanti a un buon bicchiere di vino”.
Una linea di comportamento che rispecchia perfettamente la volontà della famiglia Schumacher: proteggere la dignità e la quotidianità di Michael, evitando fughe di notizie o speculazioni. Una scelta ferrea, che negli anni ha alimentato illazioni ma anche un senso diffuso di rispetto.
Tra i pochi episodi noti c’è il racconto di Jackie Stewart, che lo scorso aprile aveva rivelato come Schumacher fosse riuscito, con l’aiuto di Corinna, a firmare un casco destinato al tre volte campione del mondo. Stewart l’ha poi indossato in un giro celebrativo a Sakhir, prima del Gran Premio del Bahrein. Un gesto simbolico, interpretato da molti come un piccolo segnale di presenza.
Anche il giornalista tedesco Felix Gorner, vicino alla famiglia, ha ricordato che Michael necessita di assistenza continua ed è completamente affidato ai caregiver. Nessun dettaglio oltre questo, perché ogni informazione è filtrata con estrema cura, nel rispetto del volere di Corinna. (continua dopo la foto)

Negli ultimi mesi alcune testimonianze hanno offerto frammenti minimi della situazione, pur confermando l’assoluto riserbo. Gorner ha ribadito che Schumacher non è più in grado di parlare e vive circondato da un’équipe di assistenza che non lo lascia mai solo. L’accesso alla residenza rimane rigidamente limitato a pochissime persone di fiducia.
Allo stesso tempo, quegli episodi come la firma del casco hanno dato una tenue speranza agli appassionati. Non una svolta, né un annuncio, ma il segno che Michael è ancora lì, protetto dal silenzio e dalla cura della sua famiglia. Un equilibrio delicato, fatto di affetto, privacy e di quel filo che tiene legati milioni di tifosi a un campione che non hanno mai smesso di amare.
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