L’ultimo bilancio ufficiale di Rabat parla di 2.901 morti per il sisma che ha colpito il Paese nella notte tra l’8 e il 9 settembre 2023. Intanto, mentre si continua a scavare tra le macerie, lentamente si prova a tornare alla normalità: i vicoli della Medina di Marrakech sono ormai quasi del tutto ripuliti. Restano però centinaia i piccoli villaggi in stato di necessità. E nel Paese arrivano i primi aiuti internazionali. Nel frattempo la terra è tornata a tremanre anche nel nostro Paese, ecco la regione dell’Italia colpita da un terremoto in queste ultime ore. (Continua a leggere dopo la foto)
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Terremoto in Italia, la terra trema ancora: la zona colpita
Un nuovo terremoto è stato registrato in queste ore in Italia e precisamente nelle Marche. Dopo gli episodi sismici registrati negli ultimi mesi, questa mattina 13 Settembre 2023 alle 10.38 un altro terremoto ha fatto sobbalzare gli abitanti di Ancona. La scossa, di breve durata ma decisamente avvertita, ha fatto tremare mobili e infissi nelle abitazioni, con un’eco che si è propagata distintamente anche nei piani bassi degli edifici, compresi scuole e strutture sanitarie. Le prime rilevazioni dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) confermano un magnitudo di 4.1, con epicentro a soli 2 km di profondità davanti alla Costa Marchigiana Anconetana. Come riportato da Thesocialpost. it, non sono stati segnalati danni a strutture o disagi per le persone. Nonostante tutto il monitoraggio continua da parte delle autorità competenti e della protezione civile, in un’area che, in questi ultimi mesi, ha dimostrato una particolare attività sismica. (Continua a leggere dopo la foto)
Cos’è un sisma?
In geofisica, il terremoto, detto anche sisma o scossa tellurica, è una vibrazione o assestamento della crosta terrestre, provocato dallo spostamento improvviso di una massa rocciosa nel sottosuolo. Tale spostamento è generato dalle forze di natura tettonica che agiscono costantemente all’interno della crosta terrestre provocando una lenta deformazione fino al raggiungimento del carico di rottura con conseguente liberazione di energia elastica in una zona interna della Terra detta ipocentro, tipicamente localizzato in corrispondenza di fratture preesistenti della crosta dette faglie. A partire dalla frattura creatasi, una serie di onde elastiche, dette onde sismiche, si propagano in tutte le direzioni dall’ipocentro, dando vita al fenomeno osservato in superficie con il luogo della superficie terrestre posto sulla verticale dell’ipocentro, detto epicentro, che è generalmente quello più interessato dal fenomeno. La branca della geofisica che studia questi fenomeni è la sismologia.
Quasi tutti i terremoti che avvengono sulla superficie terrestre sono concentrati in prossimità dei margini tra due placche tettoniche. Queste sono infatti le aree tettonicamente attive, dove le placche si muovono le une rispetto alle altre secondo modalità di scorrimento relativo, di allontanamento reciproco oppure di collisione. Secondo il modello della tettonica delle placche, il movimento delle placche è lento, costante e impercettibile, e deforma le rocce sia in superficie sia nel sottosuolo. Tuttavia in alcuni momenti e in alcune aree, a causa delle forze interne tra le masse rocciose, la deformazione continua si arresta e la superficie coinvolta accumula tensione ed energia per decine o centinaia di anni fino a che, al raggiungimento del carico di rottura, l’energia accumulata è sufficiente a superare le forze resistenti causando l’improvviso e repentino spostamento della massa rocciosa coinvolta. Tale movimento improvviso, che in pochi secondi rilascia energia accumulata per decine o centinaia di anni, genera così le onde sismiche e il fenomeno di terremoto associato.