All’Inalpi Arena il coro parte come un’onda: “Olé olé olé olé, Sinner Sinner”. È il segnale, quello che fa capire a Jannik che è il momento di spingere davvero. La partita è ancora sull’equilibrio del 5-5, dopo un’ora di scambi intensi in cui Alex De Minaur ha fatto esattamente ciò che doveva fare: difendere ogni centimetro, allungare gli scambi, sfruttare angoli e variazioni per provare a dare un senso diverso ai dodici precedenti persi su dodici.
Jannik Sinner non delude le attese e vola in finale alle Atp Finals di Torino. Il fuoriclasse azzurro ha battuto Alex De Minaur 7-5 6-2 in un'ora e 51 minuti nel penultimo atto del torneo e aspetta ora il vincitore della sfida tra Alcaraz e Auger-Aliassime per giocarsi il titolo… pic.twitter.com/OhvNOUobNI
— La Stampa (@LaStampa) November 15, 2025
Ci riesce fino a un certo punto. Poi Sinner si alimenta dell’arena piena, cancella i rimpianti per le sette palle break mancate e, all’ottava, frantuma la resistenza dell’australiano. Da lì la partita finisce. Il resto è una discesa.
Il 7-5 6-2 maturato in un’ora e 52 minuti porta Sinner in finale per il terzo anno consecutivo, un traguardo che nella storia è riservato ai grandissimi: Nastase, McEnroe, Lendl, Becker, Federer, Djokovic. Domani alle 18 ci sarà l’atto conclusivo dell’edizione 2025 del torneo dei maestri, con Jannik in attesa del vicente fra Carlos Alcaraz e Felix Auger-Aliassime.
Sinner punta al bis, una dichiarazione d’intenti chiara dopo l’ennesima prova di forza indoor: è alla ricerca della 30ª vittoria consecutiva al chiuso, da quando perse la finale del 2023 proprio contro Djokovic.
Il match inizia con ritmo altissimo. Sul 15-40 nel primo game, Sinner prova a spaccare il set subito, ma De Minaur è tosto: quattro ace nel primo parziale, accelerazioni improvvise, un back tagliato che spezza il tempo all’altoatesino. L’australiano si guadagna anche tre palle break consecutive nel game successivo, sfruttando gli scambi sopra i nove colpi che spesso lo premiano.
Sinner però resta lì, incolla il servizio addosso alla linea, vince l’84% dei punti con la prima e gestisce la pressione. I game lunghi si accumulano solo quando batte De Minaur: su quel lato si gioca il doppio dei punti rispetto ai turni di Jannik. Il set scivola via liscio, con De Minaur che cerca le ultime disperate difese ma è costretto ad arredersi a un avversario troppo superiore.
De Minaur salva cinque, sei, sette palle break con colpi di puro coraggio e una corsa che mostra una grande condizione fisica. Alla fine, sull’ottava, uno scambio feroce rompe il muro: Sinner si porta sul 6-5 e chiude il set con tre prime vincenti.
Nel secondo parziale non c’è storia. Il numero 2 del mondo vola sul 4-0, sfiora il 5-0, annulla la palla break del 4-1 e firma il 6-2 senza più frenare. Ormai l’australiano procede per inerzia, con qualche bella volée a mitigare la giornata, ma il braccio di Sinner è sciolto, libero, preciso. Gli angoli diventano più stretti, i tempi più rapidi, la profondità martellante.
Dagli spalti si fatica a respirare: l’arena è piena di volti che conoscono il copione. Arrivano anche inquadrature di Alcaraz, pronto a prepararsi alla sera, e di Luciano Ligabue e Pierfrancesco Favino, spettatori d’eccezione.
Quando arriva il match point, è quasi inevitabile che tutto si chiuda con un dritto vincente. È la firma della serata. Sinner è di nuovo lì. E la sua terza finale consecutiva dice una cosa semplice: questo torneo, oggi, passa da lui.
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