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Sinner, parte la “missione 100”: cos’è e perché si può fare

Fin dove può arrivare Jannik Sinner? Fino a dove può estendersi l’impero dorato del fuoriclasse azzurro, oggi dominatore del tennis mondiale? Ogni settimana che passa, l’altoatesino guarda un passo più in là. Nemmeno la sospensione di tre mesi per il caso Clostebol è bastata a scalfire la sua leadership. Un po’ per demeriti degli avversari, ma soprattutto per il vantaggio accumulato nel corso di un 2024 da sogno.

E Jannik lo conosciamo, quando raggiunge un traguardo ne punta subito un altro ancora più ambizioso. Adesso, dopo aver agganciato Rafael Nadal con 46 settimane consecutive da numero uno – e aver già messo in cassaforte un intero anno solare in vetta – la nuova frontiera si chiama “Missione 100”. Un obiettivo che sa di leggenda.

Jannik punta dritto a Novak Djokovic. Non alle sue 428 settimane totali da re, ma al primo regno del serbo, durato 53 settimane tra il 2011 e il 2012. Un traguardo a un passo, dato che Sinner è già certo di rimanere in testa fino al 2 giugno, e che se tornerà con la stessa forma e convinzione di quando è stato costretto a fermarsi, la settimana 53 sarà a un solo passo.

E intanto, la classifica degli “esordi regali” già lo vede quinto di sempre: davanti a lui solo giganti come Federer (237 settimane), Connors (160), Hewitt (75) e appunto Djokovic. Ma è l’estensione futura del regno a rendere tutto questo entusiasmante.

Guardando avanti, gli obiettivi si snocciolano uno dietro l’altro: Le 58 settimane di Jim Courier, poi le 72 di Edberg e – nel caso, a ottobre 2025 – le 80 settimane di Lleyton Hewitt. E se a gennaio 2026 Jannik si presentasse ancora in vetta senza perdere troppi punti all’Australian Open, che ha vinto per due anni di fila, allora sì che potrebbe realizzare anche questo sogno.

Anche perché va ricordato: tre mesi di stop e l’assenza da 4 Masters 1000 e almeno un torneo 500 non gli hanno comunque impedito di rimanere davanti a tutti. Questo dice molto. E quei tornei il prossimo anno li affronterà senza punti da difendere: un vantaggio fondamentale per il ranking Atp.

E in questo contesto, sono arrivate le parole di chi conosce bene la pressione del tennis mondiale. Paolo Bertolucci, l’ex campione che con Panatta giocò il doppio che valse all’Italia la prima Coppa Davis, nel 1976, ieri ha parlato così di Jannik: “Non è solo la tecnica. È la testa, oggi, il suo vero punto di forza“.

“Ha imparato a gestire i momenti“, ha continuato Bertolucci, “a scegliere quando affondare e quando resistere. È diventato un numero uno anche dentro. Ora comanda le partite. Non le subisce”. Una dichiarazione che è anche una consacrazione. Non solo talento, non solo lavoro: Sinner è diventato stratega, imperatore lucido del proprio destino.

E allora sì, la “Missione 100” – cento settimane consecutive da numero uno del mondo – non è più un’utopia. È un obiettivo concreto. Sarà il campo a parlare e a dirci sino a dove potrà estendersi il regno di Jannik. Federer, Djokovic, Nadal. Ora Sinner. La storia ha un nuovo volto, e quel volto parla italiano.

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