
Lo US Open è arrivato al gran finale: non c’è solo lo Slam in palio, ma anche il trono del ranking ATP. Attorno a Jannik Sinner e Carlos Alcaraz si è creata un’aspettativa enorme: da Roma a Roland Garros, da Wimbledon a Cincinnati, gli ultimi quattro grandi tornei hanno avuto sempre loro due all’atto conclusivo. A Flushing Meadows lo scenario è vicino a ripetersi, con una posta doppia: lo Slam e il numero uno mondiale.
Il pallino per la matematica di Sinner, il sogno della laurea per Musetti. Che scuola hanno fatto i tennisti italiani? https://t.co/vB3VnQEWqr
— Corriere della Sera (@Corriere) September 5, 2025
Per arrivare al duello dei sogni, serve l’ultimo passo. Sinner sfida Auger-Aliassime, Alcaraz trova Novak Djokovic. Lo spagnolo fin qui non ha lasciato set, l’italiano ne ha ceduto uno a Shapovalov prima di travolgere Bublik e Musetti. È il contesto ideale per un epilogo che accenderebbe New York e riscriverebbe gli equilibri al vertice.
Se entrambi dovessero presentarsi in campo domenica, titolo e vetta del ranking si assegnerebbero nella stessa partita: pressione massima, margini minimi. Qui contano i numeri. E i numeri dicono questo: Sinner avanti se Alcaraz perde: se Jannik batte Auger-Aliassime e Carlos cade con Djokovic, l’azzurro resta numero uno. Il margine sarebbe di +440 punti, con la chance di allungare in finale.
Sorpasso Alcaraz se Sinner cade: se Sinner perde e Alcaraz supera Djokovic, lo spagnolo balza in testa con +560. Il vantaggio può salire fino a +1.260 in caso di trionfo a New York. Mentre se perdono entrambi, la classifica è congelata sul filo. Davanti ci resterebbe Alcaraz per 60 punti: 10.340 contro 10.280. Una distanza che renderebbe il finale di stagione ancora più rovente.
In mezzo a questi incroci resta l’ipotesi più affascinante: la finale tra i due. A quel punto ogni calcolo si azzera e il “numero uno” diventa un obiettivo dentro l’obiettivo. La settimana ha raccontato di un Sinner solido, capace di alzare il livello dopo qualche incertezza con Shapovalov, e di un Alcaraz chirurgico, ancora senza set persi. (continua dopo la foto)

Sulla carta, c’è equilibrio: entrambi hanno mostrato tenuta mentale, qualità in risposta e capacità di gestione nei momenti caldi. Ma il percorso verso l’ultimo atto è diverso: Auger-Aliassime ha fisicità e prime pesanti, Djokovic esperienza, letture e pressione agonistica.
I pronostici spingono verso il tête-à-tête, ma lo US Open è lo Slam dove le sorprese non sono mai mancate. Chi si è scordato Cilic–Nishikori 2014? A Flushing Meadows la cronaca ha spesso ribaltato i pronostici: basta un set storto, un turno di servizio perso, un tie-break girato male. È il torneo che premia chi sta meglio oggi, non chi era favorito ieri.
Sinner e Alcaraz, battaglia all’ultimo game
La battaglia per il “numero uno” incide sulla narrativa della stagione, sull’inerzia psicologica e sugli incroci che verranno. Per Sinner, restare davanti significa capitalizzare la continuità dell’anno; per Alcaraz, tornare in vetta vorrebbe dire prendersi una bella rivincita. In ogni scenario, si mischiano matematica e psicologia: più si avvicina la linea del traguardo, più l’atmosfera si fa tesa.
In definitiva, il duello corre sul filo. Se uno cade e l’altro no, la classifica cambia subito volto. Se cadono entrambi, resta avanti Alcaraz di un soffio. Se arrivano in finale insieme, prepariamoci a una notte in cui il tabellone dirà chi è il campione dello US Open e la classifica dirà chi è il nuovo “numero uno”. A New York, stavolta, non esistono mezze misure.
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