Passo indietro del Governo per quanto riguarda la proroga del Decreto Crescita. Dura reazione della Lega Serie A attraverso un comunicato ufficiale.
Caos sul Decreto
La proroga del decreto crescita, che avrebbe permesso alle società di ottenere agevolazioni fiscali per l’ingaggio di calciatori in arrivo dall’estero, non è stata approvata. Questa decisione è un duro colpo per il calcio italiano, che rischia di perdere competitività rispetto alle altre leghe europee. Grazie al Decreto Crescita, nelle ultime stagioni i club hanno potuto offrire ingaggi più competitivi, attirando alcuni campioni in Italia. Questo ha contribuito a migliorare la qualità del campionato e a rendere le squadre italiane più competitive nelle coppe europee. Dal primo gennaio però si ritornerà al regime fiscale antecedente al Decreto, a meno di ulteriori cambiamenti con l’intervento del Parlamento. (CONTINUA DOPO LA FOTO)
Passo indietro del CdM
Nei giorni scorsi alcune indiscrezioni aveva lasciato pensare ad un ribaltone nella decisione. La proroga invece è stata bocciata dal Consiglio dei Ministri che ha voluto equiparare il calcio al resto del mondo professionale senza fare distinzioni. Finiscono dunque le agevolazioni fiscali per l’ingaggio di atleti stranieri, nonostante lo “stupore e la preoccupazione” espresse dalla Lega Serie A. Il mercato di gennaio potrebbe non riservare grandi colpi in Italia, in quanto gli ingaggi offerti saranno sotto la media dell’estate scorsa (si veda il caso Lukaku alla Roma, ad esempio). (CONTINUA DOPO LA FOTO)
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La risposta della Lega Serie A
La Lega Serie A punta sul fatto che la tassazione agevolata non sarebbe un privilegio perché il mondo del calcio porta introiti in diversi settori. Un’argomentazione che però non ha convinto il Consiglio dei Ministri, il quale si è espresso negativamente sulla proroga. La Federazione allora ha emesso una nota ufficiale in cui spiega le proprie motivazioni: “Tale decisione se confermata, avrà quale unico risultato un esito diametralmente opposto a quello perseguito. La mancata proroga, come anche illustrato in maniera puntuale e dettagliata in una nota inviata al Governo nei giorni scorsi, produrrà infatti minore competitività delle squadre, con conseguente riduzione dei ricavi, minori risorse da destinare ai vivai, minore indotto e dunque anche minor gettito per l’erario. Dal momento che la proposta di proroga aveva ottenuto il via libera tecnico per essere presentata in Consiglio dei Ministri, il fatto che alla fine sarebbe stata esclusa lascia supporre che sia prevalsa per l’ennesima volta una visione del calcio professionistico distorta e viziata da luoghi comuni fallaci: una visione che purtroppo non tiene conto dello straordinario ruolo economico, oltre che sociale e culturale, che ricopre questo comparto industriale in Italia“.
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