Un racconto da brividi
Sempre durante l’intervista al podcast BSMT, Rocco Siffredi ha aggiunto: “Poi ho iniziato a sognare il Diavolo, un vecchio, un tipo sempre impersonato… sai perché lo chiamo Diavolo? Perché questo vecchio a un certo punto mi diceva ‘non ti preoccupare Rocco, ci penso io a te, ci penso io a tutto’. Questo è un sogno vero e che ho fatto più volte, è tutto vero non invento. Questo sogno l’ho fatto da bambino, l’ho fatto a 20 anni, poi ho fatto questi incubi con mia moglie che di notte preoccupata mi svegliava e mi diceva ‘la smetti di fare questo incubo di m***a?’. E io dicevo ‘no aiuto c’è il Diavolo che rivuole la mia anima’. Credimi, tu credimi… [si emoziona]. Veniva,, tornava, veniva e tornava sempre e questo è come se nella mia vita ci fosse qualcosa. Mi sono detto ‘ma è possibile che forse per aiutare la mia famiglia ho ricevuto questa roba qua per davvero?’. Come una croce da portare e mi devo sacrificare per aiutare la mia famiglia? Sì bravo”. (Continua a leggere dopo le foto)
Infine, Rocco Siffredi ha dichiarato: “Poi quello che in assoluto è chi non capisce questa parte qui… i film, l’essere sul set vivendo senza tabù è stato la mia salvezza e non la mia distruzione. Poi così ho aiutato la mia famiglia. Se non avessi fatto questo lavoro avrei sofferto di depressione e anche pesante. Quando tu nasci con questa roba qui da bambino diventa complicato”.